Il genio assoluto di Michelangelo – Seconda Parte – , di Mario Costantino

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Michelangelo (dettaglio) – Jacopino del Conte

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Il secolo d’oro della cultura italiana

Nel XVI secolo la conquista dell’Italia da parte dell’imperatore spagnolo Carlo V determina un lungo periodo di crisi politica ed economica che non trova però riscontri nella vita culturale italiana. Questa, anzi, pare caratterizzata da una vitalità e da una ricchezza senza eguali. La vita culturale cinquecentesca in Italia è ancora policentrica: in parte legata alle corti, come a Ferrara, a Mantova, Urbino e Milano, in parte alle Università, come a Bologna e a Padova, mentre altre città, quali Firenze o Venezia, offrono un modello di vita culturale più aperto. A Roma il mecenatismo papale favorisce la produzione artistica. In campo letterario spiccano Ariosto e Tasso, ma vive anche l’appassionato dibattito sulla questione linguistica, nonché, all’inizio del secolo, la discussione sulle tesi politiche di Machiavelli e Guicciardini. Nel campo delle arti, tra  Venezia, Firenze, Roma operano Michelangelo, Raffaello, Tiziano, i maggiori interpreti di quella civiltà universalistica che sigla il Cinquecento come “un’età dell’oro” della cultura. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Cosa vedremo

L’indagine riprende il tema di nascita di Michelangelo e propone l’esame, secondo i principi dell’astrologia classica, degli aspetti rilevanti di altri momenti significativi della sua vita, mostrandone i grafici delle direzioni primarie [1], delle perfezioni e delle rivoluzioni solari.

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Del tempo della nascita

Michelangelo nasce a Caprese Michelangelo (Arezzo) il 6 marzo del 1475 (calendario Giuliano) alle ore 1:45 locali – ore 0:57 di T.U. -, ora presa in considerazione da più fonti (database G. Bordoni; Rodden rating: AA[2] che, per la nostra indagine, è stata anticipata di un minuto poiché alle ore 0:56 di T.U. si precisa una isaritmia [3] di Mercurio rispetto all’Ascendente. Mercurio in Sizigia è in levata eliaca e domina il Domicilio [4] e l’Esaltazione [5] del grado del Plenilunio [6] precedente, alla nascita è entrato sotto i raggi (ma era visibile due giorni prima), è strettamente unito alla Luna, osserva l’Ascendente ed è in ricezione [7] con Saturno.

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 latitudinideclinazioniDH [8]visibilità [9]
     
Sole-02.381.53
Luna+3.47-07.302.76-10.60 (v.)
Saturno+0.17+22.604.75
Giove-0.41-19.803.93
Marte-0.94-05.331.77-1.78 (n.v.)
Venere+6.91+16.000.17-30.45 (v.)
Mercurio-1.91-13.752.70-9.05 (n.v.)
Tyche4.77
Daimon4.77

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Il tema di nascita

Nel tema di nascita sorge il Segno del Sagittario, con le stelle Altair [10] e Laguna [11]. Il Sole, Marte e la Luna sono in Pesci. Saturno è in Cancro, è occidentale [12] al Sole e realizza la Seconda Stazione [13]Mercurio e Giove sono in Acquario e Saturno si configura al Sole, a Marte, a Venere, a Tyche e a Daimon [14].

nodi lunari [15] sono al meridiano ed il nodo nord culmina con la stella Spica. Mercurio è invisibile (era visibile due giorni prima) e, unitamente alla Luna, va sotto i raggi e si occulta [16].

Arcturus [17], stella regale di natura Giove/Marte, culmina e, secondo la tradizione, indica un carattere fiero e indomito e che non si sottomette. Per le energie vitali messe in campo da Michelangelo, spiega il successo e le realizzazioni straordinarie della sua attività di artista e di architetto.

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La personalità

La leggenda dell’artista geniale ha spesso messo in seconda luce l’uomo nella sua interezza, dotato anche di debolezze e lati oscuri. Queste caratteristiche sono state oggetto di studi in anni recenti, che, sfrondando l’aura divina della sua figura, hanno messo a nudo un ritratto più veritiero e accurato di quello che emerge dalle fonti antiche, meno accondiscendente ma sicuramente più umano.

Tra i difetti più evidenti della sua personalità c’erano l’irascibilità (alcuni sono arrivati a ipotizzare che avesse la sindrome di Asperger [18]), la permalosità, l’insoddisfazione continua. Numerose contraddizioni animano il suo comportamento, tra cui spiccano, per particolare forza, l’atteggiamento verso i soldi e i rapporti con la famiglia, che sono due aspetti comunque intimamente correlati. 

Sia il carteggio, sia i libri di Ricordi di Michelangelo fanno continue allusioni ai soldi e alla loro scarsità, tanto che sembrerebbe che l’artista vivesse e fosse morto in assoluta povertà. Gli studi di Rab Hatfield sui suoi depositi bancari e i suoi possedimenti hanno tuttavia delineato una situazione ben diversa, dimostrando come durante la sua esistenza egli riuscì ad accumulare una ricchezza immensa. Basta come esempio l’inventario redatto nella dimora di Macel de’ Corvi all’indomani della sua morte: la parte iniziale del documento sembra confermare la sua povertà, registrando due letti, qualche capo di vestiario, alcuni oggetti di uso quotidiano, un cavallo; ma nella sua camera da letto viene poi rinvenuto un cofanetto chiuso a chiave che, una volta aperto, dimostra un tesoro in contanti degno di un principe. (…) Ne emerge quindi una figura che, benché ricca, viveva nell’austerità spendendo con grande parsimonia e trascurandosi fino a limiti impensabili: Condivi ricorda ad esempio come fosse solito non togliersi gli stivali prima di andare a letto, come facevano gli indigenti.

Questa marcata avarizia e l’avidità, che continuamente gli fanno percepire in maniera distorta il proprio patrimonio, sono sicuramente dovute a ragioni caratteriali, ma anche a motivazioni più complesse, legate al difficile rapporto con la famiglia. La penosa situazione economica dei Buonarroti doveva averlo intimamente segnato e forse aveva come desiderio quello di lasciar loro una cospicua eredità per risollevarne le sorti. Ma ciò è contraddetto apparentemente dai suoi rifiuti di aiutare il padre e i fratelli, giustificandosi con un’immaginaria mancanza di liquidi, e in altre occasioni arrivava a chiedere la restituzione di somme prestate in passato, accusandoli di vivere delle sue fatiche, se non di approfittarsi spudoratamente della sua generosità. (https://it.wikipedia.org/wiki/Michelangelo_Buonarroti)

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I moti dell’animo e l’agire

Per quanto concerne l’animo, Mercurio è mattutino [19], è in Segno d’Aria, è in Segno di Saturno ed è unito alla Luna. Mercurio, quale significatore delle qualità dell’animo, si trova nel lunotto dell’invisibilità precedente al momento della congiunzione superiore. Secondo l’Alchabitio, in chi nasce vi è “la celerità, l’espansione dell’ingegno, l’aumento di queste cose, un ingegno maturissimo”. La Luna è in Segno di Giove, defluisce da Mercurio (a conferma di un particolare ingegno)  ed è “nella luce del Sole” con Mercurio e con Marte.

Venere è vespertina, è visibile ed è angolare (condizioni di hairesis [20]); defluisce da chi domina su Mercurio – Saturno – e sulla Luna – Giove -; è configurata a Mercurio ed è in ricezione e riceve l’applicazione della Luna: per tutte queste prerogative Venere domina sulle qualità dell’animo e l’agire di Michelangelo..

Le attività

I dominatori della decima Casa e del Mediocielo sono Venere, Saturno Marte. Venere è visibile, è angolare, è al suo ventre (lat. +6.91) [21], si oppone al Mediocielo, è in mutua ricezione con il Sole e con Marte, è in ricezione con Saturno e con la Luna. Anche alla luce di quanto detto sulle qualità dell’animo, Venere raccoglie le energie necessarie a grandi realizzazioni nell’ambito delle arti e dell’architettura.

Venere e Saturno dominano e si configurano al Mediocielo; Saturno è in mutua ricezione con Giove; Giove domina l’Ascendente ed i luminari e si configura precisamente al Mediocielo; Marte domina la decima Casa, è unito al Sole ed è in mutua ricezione con Venere (Signora del Mediocielo): tutto questo conforta quanto racconta la sua vita, di commesse e di una professione importanti e della realizzazione di opere straordinarie.

 Il tagliapietre

Michelangelo non ha mai fatto mistero del fatto che la sua vita, dalla giovinezza alla vecchiaia, è sempre stata preda delle passioni. Nel vortice dantesco che trascina l’opera di questo Titano verso vette sublimi o verso l’Inferno, le figure di begli adolescenti occupano una posizione privilegiata. Per lungo tempo si è finto di ignorarlo, o si è maldestramente cercato di nasconderlo con uno scrupolo che ha dell’ingiurioso. Una censura morale priva di qualsiasi punto di contatto con questa tremenda forza creatrice ha ritenuto opportuno stendere un velo su questi amori, appassionati e mistici allo stesso tempo, scaturiti dallo scalpello o dal pennello dell’artista.In Michelangelo la passione e la creazione derivano dallo stesso fuoco.  “Io mi cibo solo di ciò che mi brucia dentro e mi infiamma, poiché mi si confà il fatto di vivere di ciò di cui gli altri muoiono …”, proclama nelle sue poesie, veri canti di “lava ardente e rocciosa”. E le sofferenze causate da questo fuoco perpetuo sono talvolta così intollerabili che egli rimpiange di non essersi strappato gli occhi, pur fonte di bellezza: “Se durante la mia giovinezza mi fossi reso conto che l’immortale splendore della bellezza di cui ero innamorato avrebbe acceso, rifluendo verso il cuore, un fuoco di infinito tormento, come avrei spento volentieri la luce nei miei occhi!…”.

Dal momento in cui ogni ipocrisia è stata rimossa, l’edificio consacrato alla bellezza che Michelangelo ha voluto elevare verso Dio è apparso in tutta la sua maestà. Questo trionfo, che non ha equivalente nella storia dell’arte, questo fenomeno unico e senza vera discendenza, scaturisce dal modo in cui egli è riuscito a conciliare forze apparentemente opposte: nel suo spirito, la commistione tra una sensibilità femminile e una forza degna di Ercole, nella sua opera, la lotta tra il movimento e la materia, per definizione statica. Solo un artista come Michelangelo, con aspirazioni e doti tanto maschili quanto femminili, poteva accogliere questa sfida e trionfare senza rimanere invischiato in contraddizioni. Non si tratta più come si era fatto prima di lui, di conquistare il cielo tramite la fede, ma piuttosto di elevarsi tramite la contemplazione esaltante della bellezza. Esercizio pericoloso questo, perché non si può contemplare impunemente la bellezza umana, soprattutto quella dei giovani efebi, senza sentirsi bruciare e divorare dall’amore. Questo è il supplizio, agognato e inevitabile al contempo, che Michelangelo deve superare per guadagnarsi il Cielo: “… Ama, brucia, poiché chi muore non ha altre ali per giungere in Cielo.”

Giorgio Vasari (1511-1574) ha ben compreso tutto ciò e lo riassume in questi termini: ”L’idea di questo uomo straordinario è stata di ricondurre tutto al corpo umano e alle sue proporzioni perfette, nella diversità prodigiosa dei suoi atteggiamenti, nel gioco dei movimenti dettati dalle passioni e nell’estasi dell’anima”. Il tutto noncurante di critiche e derisioni, delle accuse di rappresentare il pagano in ambito religioso, e dello scandalo dei benpensanti alla cruda rappresentazione della nudità del corpo. È in effetti al corpo umano, così come esce dalle mani divine, che Michelangelo affida il suo messaggio, fosse anche dal soffitto di un altare pontificio. La bellezza umana, come egli la rappresenta, è un riflesso della bellezza celeste, e quindi la sua contemplazione deve ricondurre l’anima al divino. Per un artista come lui fondere la bellezza con immagini sacre e far indossare al Salvatore “il bell’abito della sua nudità” significa fare un’opera di bene. Da ciò scaturisce il Cristo in legno, integralmente nudo, realizzato a diciassette anni, con tutta la tenerezza del genio nascente.

Da ciò nasce il David, rappresentazione dell’uomo nudo e disarmato, il cui sguardo obliquo e determinato e il cui cipiglio sono l’espressione di quella terribilità tipica di tutta l’arte di Michelangelo, che aggiunge una dimensione psicologica alla perfezione della sua scultura. Secondo la distinzione morale propria del Medioevo, Michelangelo gioca sul contrasto tra il lato destro, sereno poiché sotto la protezione divina, e il lato sinistro, vulnerabile, esposto alle potenze del male. Scegliendo di non dar vita a un David vincitore, ma di farne il simbolo della fortezza e dell’ira, considerate virtù civiche durante il periodo del Rinascimento, in particolare nell’ambito della repubblica fiorentina che aveva commissionato l’opera, egli esprime in questa rappresentazione il suo spirito innovatore.

Dalla stessa concezione scaturisce il Tondo Doni, raffigurante una sacra famiglia che nulla ha di religioso, nonostante la dolcezza solenne e la forza altera che permea le figure. Ma che scopo ha quella ghirlanda di efebi, di garzoni, che orna lo sfondo del quadro, se non quello di dare piacere al pittore, che trova naturale rendere omaggio al tipo di bellezza che preferisce? Questi Ignudi ancora adolescenti li ritroveremo, più maturi, sulla volta della Cappella Sistina, non angeli senza ali ma compagni del pittore. La loro presenza tra scene bibliche altamente significative non ha altra ragione d’essere se non quella di testimoniare ancora una volta la loro ambigua bellezza.

Affascinato innanzitutto dalla bellezza di un corpo e di un viso, Michelangelo sarà in grado di appagare la sua ricerca, stabilendo un legame tra “la forza d’un bel viso” e la vera bellezza dell’anima, quando si innamorerà di Tommaso dei Cavalieri, rinomato, oltre che per la sua “incomparabile bellezza” (Benedetto Varchi), anche per la grandezza del suo spirito. A questo punto egli potrà accettare senza arrossire l’avvertimento di Socrate: “Colui che ama il corpo di Alcibiade ama non Alcibiade ma qualcosa che gli appartiene, mentre colui che ama l’anima di Alcibiade ama Alcibiade stesso”. E, come nota Pierre Leyris, “è proprio l’anima del giovane romano che, tramite il suo viso e il suo corpo, egli aspira a contemplare perpetuamente, a sposare intimamente giungendo a fare un tutt’uno con essa”.

È dalla dualità di questo amore per la bellezza del corpo e per quella dell’anima che derivano sofferenza e creazione, due molle che sottendono tutta l’opera di Michelangelo. Con “questo cuore di zolfo e questa carne di stoppa”, che gli provengono dal suo Creatore come dice egli stesso in un celebre sonetto, egli soccombe alle debolezze della carne e ne gode liberamente con i giovani uomini i cui nomi costellano la sua vita, come notoriamente facevano Botticelli (1444 – 1510) e Leonardo con i loro garzoni. Ma proprio perché è “uomo di peccato, di peccati gravi e abituali”, come ripete con dolore nelle sue poesie, che può soffrire e creare.

André Chastel ha stabilito una sorta di gerarchia tra i diversi modi dei grandi artisti del Rinascimento di vivere la loro differenza e di trasformarla in un atto creativo. “la bellezza che per Raffaello era la promessa stessa della felicità e per Leonardo l’istanza di un mistero, in Michelangelo diviene principio di tormento e di sofferenza morale. Nessuno ha intuito con altrettanta profondità, come affermato dai platonisti fiorentini, che il richiamo della bellezza, tramite l’impulso dell’amore che echeggia in tutto l’essere, è la molla creatrice  per eccellenza., la sola degna di un animo nobile. Nessuno ha provato con altrettanto dolore la difficoltà di astrarre la bellezza dalle forme sensibili e di sublimare l’amore nella sua interezza”.

Michelangelo attribuiva scherzando la sua vocazione al latte che aveva succhiato durante l’infanzia. (…) era stato in effetti a balia della moglie di un tagliapietre di Settignano e indubbiamente i suoi primi passi in quell’ambiente di artigiani furono propizi allo sviluppo della sua passione per la scultura. A scuola, a Firenze, era interessato solo al disegno, e per questo motivo fu spesso punito dal padre che teneva in scarsa considerazione la professione di artista. Ben presto però questi cedette e diede al figlio il consenso a seguire la sua vocazione. (Michelangelo – Gruppo Editoriale l’espresso S.p.A. – Roma, 2002)

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La presunta omosessualità

Diversi storici hanno affrontato il tema della presunta omosessualità di Michelangelo esaminando i versi dedicati ad alcuni uomini (Febo Dal Poggio, Gherardo Perini, Cecchino Bracci, Tommaso de’ Cavalieri).

Sul disegno della Caduta di Fetonte, al British Museum, Michelangelo scrisse una dedica a Tommaso de’ Cavalieri.Molti sonetti furono dedicati a Cecchino Bracci, di cui Michelangelo disegnò il sepolcro nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli. In occasione della morte prematura di Cecchino, Buonarroti scrisse un epitaffio (pubblicato la prima volta solo nel 1960) dalla forte ambiguità carnale.

In realtà, l’epitaffio non dice nulla su tale presunta relazione tra i due. Del resto, gli epitaffi di Michelangelo furono commissionati da Luigi Riccio e da questi retribuiti mediante doni di natura gastronomica, mentre la conoscenza tra il Buonarroti e il Bracci fu solo marginale.

I numerosi epitaffi scritti da Michelangelo per Cecchino furono pubblicati postumi dal nipote, che però, spaventato dalle implicazioni omoerotiche del testo, avrebbe modificato in più punti il sesso del destinatario, facendone una donna. Le edizioni successive avrebbero ripreso il testo censurato, e solo l’edizione Laterza delle Rime, nel 1960, avrebbe ristabilito la dizione originaria.

Il tema del nudo maschile in movimento è comunque centrale in tutta l’opera michelangiolesca, tanto che è celebre la sua attitudine a rappresentare anche le donne coi tratti spiccatamente mascolini (un esempio su tutti, le Sibille della volta della cappella Sistina. Non è una prova inconfutabile di attitudini omosessuali, ma è innegabile che Michelangelo non ritrasse mai una sua “Fornarina” o una “Violante”, non ebbe mai una musa ispiratrice, e anzi i protagonisti della sua arte sono sempre vigorosi individui maschili.

L’artista non prese mai moglie e non sono documentate sue relazioni amorose né con uomini, né con donne. In tarda età si dedicò a un’intensa e austera religiosità. (https://it.wikipedia.org/wiki/Michelangelo_Buonarroti)

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La scultura si fa “per via di levare”

La concezione fondamentale che ispira tutta la poetica michelangiolesca e le conferisce una straordinaria forza espressiva, consiste nella ricerca della forma che preesiste all’atto stesso di scolpire. L’artista intuisce per ispirazione e come per divinazione questa realtà che è nascosta nel blocco di marmo informe. Tutto il suo lavoro, la sua tensione, si esplicano proprio nello sforzo tenace e a un tempo ispirato e tecnicamente adeguato, di liberare dalla materia ciò che in essa si cela, realtà e verità altrimenti nascoste. È evidente quanto una tale concezione sia debitrice al neoplatonismo del tempo, e come a esso sia possibile ricondurre questa sublime intuizione di un’energia vitale implicita nella materia, cui solo l’artista accede, liberando l’unica forma della totalità dell’essere. Ma è altrettanto chiaro che tale processo creativo non potrebbe trovare solo nel neoplatonismo la sua ragione, giacché essa va cercata anche e soprattutto nell’insieme della poetica michelangiolesca. Così l’attenzione di Michelangelo per l’antichità classica e l’ammirazione per gli albori dell’umanesimo fiorentino, concorrono a delineare una natura artistica eccezionalmente portata a cogliere nella natura, e soprattutto in quella umana, verità riposte e da svelare, quasi il segreto esistere della vita nel caos della materia e della storia. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Ritorno a Firenze

Quando Michelangelo torna a Firenze nel 1501, la situazione politica della città è profondamente mutata. Piero de’ Medici era stato cacciato già da sei anni e Firenze aveva proclamato la repubblica per impulso del frate domenicano Girolamo Savonarola, mandato al rogo nel 1498. Sono anni di grande instabilità e inquietudine ma, nel 1501, la nomina a gonfaloniere di Pier Soderini pare restituire una breve rinascita intellettuale alla città. Michelangelo, forte del successo romano, ricevette numerosi e importanti incarichi, primo fra tutti quello per il David, cui seguirono il Tondo Pitti, il Tondo Taddei, la Battaglia di Cascina, il Tondo Doni, la Madonna di Bruges e  dodici apostoli per il duomo fiorentino. Inoltre, forse di passaggio a Siena sulla via del ritorno, Michelangelo realizzò per il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, nipote di Pio II, quattro statue destinate all’altare Piccolomini nel duomo di Siena. Le opere di questo periodo non giunsero tutte a compimento, per la tendenza dell’artista a rifiutare aiuti, ma soprattutto perché nel 1505 giunse un incarico più importante: Giulio II gli affida l’esecuzione della propria tomba. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Il David

Conservata nella galleria dell’Accademia a Firenze, l’opera rappresenta l’eroe biblico e simboleggia le virtù civili dei fiorentini, ira e fortezza, celebrate nell’epoca di autogoverno della città. È datata dal 1501 al 1504.

La testa, volta di scatto a sinistra, esprime determinazione e la consapevolezza della propria identità morale. Il volto contratto e corrucciato, l’espressione preoccupata degli occhi  denotano lo stato di tensione nel momento che precede l’azione. Il profilo di sinistra è diverso dalla visione frontale, quasi appartenesse a un altro viso e, nella sua accentuata espressività, denota ancor di più la derivazione da modelli ellenistici.

La mano destra, che stringe il sasso destinato a Golia, consente sia di apprezzare la dimensione colossale dell’intera figura, che la minuziosa resa dei particolari anatomici. In questo caso appare evidente come l’equilibrio formale non consista soltanto nella distribuzione dei pesi e nel rispetto delle proporzioni, ma anche nell’attenzione naturalistica dell’artista per le singole parti. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Direzioni primarie: il David

Nel 1501 Michelangelo era già rientrato a Firenze, spinto da necessità legate a “domestici negozi”. Il suo ritorno coincise con l’avvio di una stagione di commissioni di grande prestigio, che testimoniano la grande reputazione che l’artista si era conquistato durante gli anni passati a Roma.

Il 16 agosto del 1501 l’Opera del Duomo di Firenze gli affidò una colossale statua del David da collocare in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale. Si trattava di un’impresa resa complicata dal fatto che il blocco di marmo assegnato era stato precedentemente sbozzato da Agostino di Duccio nel 1464 e da Antonio Rossellino nel 1476, col rischio che fossero stati ormai asportati porzioni di marmo indispensabili alla buona conclusione del lavoro.

Per il movimento di direzione primaria (figura redatta per il 16/8/1501 – arco di direzione 23.99 -), si precisa l’unione di Venere a Marte e l’esagono zodiacale tra Venere e Marte; si scioglie l’unione tra Venere ed il Sole ma si va a formare l’unione (zodiacale) tra il Sole e Venere; la Luna è ancora configurata al Mediocielo ed ora Mercurio precisa il trigono al Mediocielo, l’unione a Giove, l’esagono mondano con Venere e l’esagono zodiacale con Giove; Venere è in esagono a Saturno ed è in trigono alla Sorte di Fortuna (Tyche); Saturno è ancora in quadrato a Venere ed è in esagono al nodo lunare nord, giunge al tramonto e si configura al Mediocielo e all’Ascendente. Inoltre, Algedi e Scheat sorgono e Zubenschamali culmina; Aldebaran Antares sono equidistanti al Sole; Hamal giunge al Sole Sheratan giunge a Marte.

Nel cerchio interno indichiamo le direzioni nel moto diurno, nel cerchio esterno le direzioni nel moto zodiacale, da osservare entrambe [22]. Inoltre, la legenda in figura indica i confini [23] a cui sono giunti gli astri.

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 ConfiniDeclinazioniDH
    
OroscopoVenere-22.356.00
MediocieloMercurio-16.250.00
SoleMarte+09.003.09
LunaGiove+00.344.25
SaturnoSaturno+16.215.97
GioveVenere-09.674.98
MarteMercurio/Marte+07.543.28
VenereGiove+16.861.77
MercurioGiove+00.864.09
FortunaGiove5.65
DaimonMercurio3.04

Venere diretta (DH 1.77) giunge a Marte di nascita (DH 1.77);

Venere diretta (16°39’ Toro) va all’esagono di Marte di nascita (18°45’ Pesci);

il Sole diretto (23°06’ Ariete) giunge a Venere di nascita (24°41’ Ariete);

la Luna diretta (DH 4.25) è ancora in trigono al Mediocielo;

Mercurio diretto (DH 4.09) precisa il trigono al Mediocielo;

Mercurio diretto (DH 4.09) è ancora unito a Giove di nascita (DH 3.93);

Mercurio diretto (DH 4.09) è ancora in esagono a Venere di nascita (DH 0.17);

Mercurio diretto (2°09’ Ariete) è in esagono a Giove di nascita (3°36’ Acquario);

Venere diretta (16°39’ Toro) è in esagono a Saturno di nascita (16°56’ Cancro);

Venere diretta (16°39’ Toro) è in trigono a Tyche di nascita (16°59’ Capricorno);

Saturno diretto (DH 5.97) giunge al quadrato del Mediocielo;

Saturno diretto (DH 5.97) giunge all’opposizione dell’Ascendente;

Saturno diretto (DH 5.97) è ancora in quadrato a Venere di nascita (DH 0.17);

Saturno diretto (15°35’ Leone) è in esagono al nodo lunare nord (15°15’ Bilancia);

la Sorte delle Attività [24] diretta (DH 3.19) è in quadrato a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

la Sorte dell’Audacia [25]diretta (DH 4.51) è opposta a Saturno di nascita (DH 4.75);

la Sorte dell’Audacia diretta (DH 4.51) va all’unione di Daimon di nascita (DH 4.77);

la Sorte dell’Audacia diretta (DH 4.51) va all’equidistanza di Tyche di nascita (DH 4.77);

la Sorte della Vittoria [26] diretta (DH 0.96) è in quadrato a Saturno di nascita (DH 4.75);

la Sorte della Vittoria diretta (DH 0.96) è in esagono a Daimon di nascita (DH 4.77);

la Sorte della Vittoria diretta (DH 0.96) è in quadrato a Tyche di nascita (DH 4.77);

la Sorte di Nemesi [27] diretta (DH 3.88) è in trigono al Mediocielo;

la Sorte di Nemesi diretta (DH 3.88) è equidistante a Giove di nascita (3.93);

la stella Algedi diretta (DH 5.92) è giunta all’Ascendente;

la stella Scheat [28] diretta (DH 5.93) giunge all’Ascendente;

la stella Zubenschamali diretta (DH 0.00) è al Mediocielo;

la stella Alphard diretta (DH 5.82) è unita al Discendente;

la stella Botein diretta (DH 0.15) è al Fondocielo;

la stella Hamal [29]diretta (DH 1.55) è unita al Sole di nascita (DH 1.53);

la stella Sheratan diretta (DH 1.74) è unita a Marte di nascita (DH 1.77);

Aldebaran/Antares [30] dirette (DH 1.55/1.63) sono equidistanti al Sole di nascita (DH 1.53);

la stella Markab diretta (DH 4.81) è unita a Tyche di nascita (DH 4.77);

la stella Kaus Media diretta (DH 4.71) è unita a Daimon di nascita (DH 4.77).

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Considerazioni

Nel periodo si verifica il mutamento dei Signori dei Confini [31] della Luna (Giove) e di Marte (Marte). Ora Venere giunge su Marte, il Sole a Venere, Mercurio e la Luna sono in trigono al Mediocielo e Saturno è in quadrato al Mediocielo. Marte, Venere e Saturno, con Mercurio, la Luna ed il Sole, formano le principali figure: sono le varie commesse e il lavoro intenso di questo periodo ma è anche una piena capacità di esprimere una straordinaria forza creatrice che non teme le difficoltà che si presentano o i rischi per imprese ritenute ardue e impossibili per la gran parte degli artisti. Ma è anche l’ispirazione che consente di cogliere pienamente, nella scultura,“le forme sottostanti la materia grezza”. Tre anni dopo, al compimento dell’opera, si precisano meglio gli aspetti zodiacali tra Venere e Marte (esagono) e tra il Sole e Venere (unione).

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Leonardo e Michelangelo due grandi a confronto
Il 1504 è l’anno di un confronto diretto tra i due maggiori fiorentini del tempo: Leonardo e Michelangelo, chiamati in quell’anno dal gonfaloniere Pier Soderini a cimentarsi con l’affresco sulle pareti della sala del Gran Consiglio di palazzo Vecchio. Si trattava di rappresentare due battaglie che avevano segnato la storia della città, quella di Anghiari tra fiorentini e senesi e quella di Cascina contro i pisani. Leonardo è incaricato della prima, Michelangelo della seconda. Il destino di entrambe le opere fu infelice poiché la Battaglia di Anghiari fu interrotta dallo stesso Leonardo poco dopo l’inizio, a causa del risultato negativo di una nuova sperimentazione tecnica, mentre la Battaglia di Cascina non fu mai eseguita; sopravvissero per qualche tempo i cartoni preparatori, definiti dal Cennini la scuola del mondo per gli artisti della nuova generazione. Dal tema storico emerge una profonda divergenza interpretativa: per Leonardo, la battaglia è un evento naturale, nel quale uomini, cose, cavalli, natura si fondono in un vortice travolgente, uno sconvolgimento analogo al caos delle origini. Per Michelangelo, invece, tutto si traduce in termini di volontà e di coscienza umana che si esplica attraverso l’energia dei corpi. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Oltre l’equilibrio della forma

Nel primo decennio del Cinquecento la vita artistica fiorentina è caratterizzata dalla ricerca di soluzioni figurative improntate da un’inquietudine che finisce coll’infrangere gli schemi della classicità e dell’umanesimo. Nel colore e nelle forme vengono esperite qualità cangianti e disarticolate, contrastanti con l’esigenza di un rigoroso equilibrio formale e di una definizione dello spazio prospettico. A ciò contribuisce anche l’instabilità delle vicende politiche: gli anni austeri del Savonarola, terminati con il rogo del 1498, la restaurazione medicea che seguì, la successiva cacciata di Piero de’ Medici e la parentesi repubblicana fino al nuovo ritorno dei Medici nel 1512, avevano determinato quel clima di incertezza delle coscienze che si può riscontrare anche nella pittura dell’ultimo Botticelli. Sul piano artistico le proposte espressive di Michelangelo  e Leonardo nei cartoni per le battaglie di palazzo Vecchio avevano dato inizio alla riflessione sul rapporto dell’arte con la natura e lo spirito classico. Andrea del Sarto per primo, da una parte ancora fedele ai canoni dei grandi maestri classici, raccoglie l’inquieta sensibilità moderna, della quale si fanno più decisi interpreti i suoi maggiori allievi: Pontorno e Rosso Fiorentino. Prende avvio così la prima stagione manierista. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000).

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Il Papa Giulio II e l’artista

Michelangelo detestava la pittura a olio, che giudicava “adatta alle donne…o ai fannulloni, come Sebastiano dal Piombo”. A lui come a Platone sembrava infatti meno virile e meno pura della scultura, per il suo stesso fascino, per la sua “magia illusoria” che simula “l’apparenza delle cose” e non crea che fantasmi. E la disdegnava tanto più in quanto essa faceva affidamento sulla seduzione dei colori a scapito dell’idea. (…) Si può immaginare quale tormento fu per lui la commissione affidatagli dal papa Giulio II nel 1508 di decorare con affreschi la volta della Cappella Sistina. Si trattava di coprire di dipinti 1000 metri quadrati, mettendo in scena 300 figure: un’opera che occuperà l’artista dal 1508 al 1512, in un lavoro accanito e solitario. Michelangelo soffrirà terribilmente durante questo lavoro immane, esprimendo la sua amarezza e il suo profondo scoraggiamento nelle sue lettere: “Non è questa la mia professione” geme. “Perdo il mio tempo senza risultato. Che Dio m’assista!” La cosa stupefacente è che un artista che non amava la pittura come Michelangelo abbia raggiunto la gloria universale proprio grazie a questa arte. (Michelangelo – Gruppo Editoriale l’espresso S.p.A. – Roma, 2002)

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Michelangelo architetto della sua città
Tre anni dopo la conclusione della volta della cappella Sistina, nell’aprile del 1515, Michelangelo ritorna a Firenze, dove rimarrà fino al 1534. Saranno anni di lavoro intenso, inizialmente ancora dedicati alla tomba di Giulio II, in ossequio a nuovi contratti stipulati con gli eredi della Rovere dopo la morte del papa avvenuta nel 1513. Ma le ultime commissioni ricevute riguardano per la prima volta opere architettoniche: la facciata per la brunelleschiana basilica di San Lorenzo, la sacrestia Nuova nella medesima basilica e infine la biblioteca Laurenziana. Il committente delle prime due imprese è il nuovo papa Leone X, già cardinale Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, l’ultima è richiesta da Clemente VII. L’incarico per la facciata  giunge a Michelangelo mentre si trova a Carrara per la scelta dei marmi per la tomba di Giulio II; l’artista lo accoglie senza esitazioni e vi si accinge con entusiasmo. Tuttavia anche quest’impresa è destinata a non  giungere a compimento. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000

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Il trasferimento definitivo a Roma e il Giudizio per la Sistina

Nel settembre del 1534 Michelangelo lascia Firenze per non farvi più ritorno. Alla decisione d’abbandonare la città contribuì la situazione politica fiorentina, dominata dal duca Alessandro che nutriva un odio profondo per l’artista, reo di aver servito, prima dell’ultima restaurazione medicea, la causa della repubblica. Michelangelo giunge a Roma dove Clemente VI lo aveva incaricato di eseguire un Giudizio per la Sistina. Il Vasari imputa il ritorno a Roma a un’altra ragione, consistente nell’amore per il giovane patrizio romano Tommaso Cavalieri, bellissimo e di nobile animo, per il quale Michelangelo, che gli fu maestro, ebbe una profonda passione motivata da affinità spirituali. Il clima romano era profondamente mutato dopo il Sacco del 1527; i tempi aurei di Giulio II e di Leone X erano solo un ricordo e negli ambienti politici serpeggiava una sensibile inquietudine religiosa, avviata dal dibattito sulla riforma luterana e alimentata dai sostenitori del cosiddetto “cattolicesimo protestante”; a essi Michelangelo si avvicinò spinto da un sofferto smarrimento spirituale, testimoniato dalle rime di quel periodo. Pochi giorni l’arrivo dell’artista, papa Clemente morì e ascese al soglio pontificio Leone III farnese. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Il fuoco dell’amore (1535 – 1547)

Il 23 settembre 1534 Michelangelo, invecchiato e scoraggiato per le sue molte sconfitte, ritorna definitivamente a Roma dove rimarrà fino alla sua morte  nel 1564. Ormai senza rivali che possano eguagliarlo, egli domina lo scenario dell’arte italiana come una vetta cui tutti guardano con ammirazione. Nonostante ciò, vive un momento di grave smarrimento morale. Il suo cuore affamato d’amore cerca di dissimulare la solitudine intellettuale. La morte e il peccato lo ossessionano, così come la sensazione della sua indegnità e il terrore della “seconda morte”, la perdizione eterna: Vivo per il peccato e per la mia morte: né son più io che vivo, ma è il peccato che vive di me. Il mio bene viene dal Cielo, il mio male da me stesso, dalla mancanza  in me di libero volere”.

Il tormento deriva dal suo amore totale per Tommaso dei Cavalieri che ha conosciuto nel 1533. La decisione di stabilirsi a Roma risponde al desiderio di essere vicino all’oggetto della sua adorazione. Questa passione devastante e salvatrice si traduce in lodi smisurate; egli non esita a scrivergli per esempio: “Il vostro nome nutre il mio cuore e la mia anima, riempiendo quando vi ho nella memoria l’uno e l’altra di una tale dolcezza da non farmi più sentire né la noia né il terrore della morte. E se anche i miei occhi avessero la loro parte, pensate in quale stato mi troverei”.

Questa passione dà adito a pettegolezzi e a odiose insinuazioni. E tuttavia, se Michelangelo è schiavo dei suoi sensi e del desiderio inestinguibile che lo rode, la sua anima cerca ormai imperiosamente di farli tacere. È una battaglia lunga e spesso disperata, della quale possiamo seguire le vicissitudini nei suoi sonetti. (Michelangelo – Gruppo Editoriale l’espresso S.p.A. – Roma, 2002)

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L’amicizia di Vittoria Colonna

Nella vita di Michelangelo due appaiono le figure importanti sul piano affettivo e al di fuori di quelle della ristretta cerchia familiare, Tommaso Cavalieri e Vittoria Colonna. Il rapporto con entrambi fu intenso e motivato innanzi tuttodalla forte affinità del sentire. Se la natura del rapporto con il Cavalieri non è priva di una certa ambiguità, il rapporto con Vittoria Colonna fu improntato a un legame squisitamente spirituale. Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, vedova di Ferrante Francesco d’Avalos, non bella, ma di grande intelligenza e nobile carattere, aveva vissuto un intenso travaglio spirituale, acquietatosi nel cattolicesimo militante e colto della compagnia di Sant’Ignazio di Loyola. Michelangelo la conobbe a Roma tra il 1536 e il 1538, negli anni della fatica del Giudizio, ed essa fu per lui un’amica sensibile con la quale condivise la fede comune in Cristo e la convinzione della necessità di una riforma in seno alla Chiesa cattolica. Non si esclude nell’orchestrazione del Giudizio l’influsso dei circoli riformati frequentati da Vittoria Colonna. A lei sono dedicate alcune epistole e rime in cui la nobildonna figura come uno strumento della Grazia che avvicina l’artista a Dio. Per l’amica, Michelangelo realizzò alcune opere oggi perdute: una Pietà, un Crocifisso e una Samaritana. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

Il Giudizio Universale – particolare: La resurrezione della carne – I dannati, trascinati verso l’abisso, ricordano le descrizioni dell’”Inferno” di Dante che Michelangelo ammirava e conosceva a memoria. La dannazione viene rappresentata dal personaggio che sembra soffrire un tormento essenzialmente interiore, lo stesso di cui soffre l’artista: disperazione, rimorsi e terrore di un annullamento fisico e spirituale. (pag. 77) (Michelangelo – Gruppo Editoriale l’espresso S.p.A. – Roma, 2002)

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Il Giudizio: una nuova iconografia

Il Giudizio della Sistina rappresenta una svolta sia nella concezione pittorica di Michelangelo sia nell’interpretazione tematica del soggetto. Rispetto all’affresco della volta il maestro dispiega una nuova sensibilità dello spazio pittorico, non più sentito come “qualcosa di definito e di corporeo”, ma come “principio che si oppone al volume”, elemento che si può percepire solo attraverso l’espansione delle masse sospinte da una catena di impulsi dinamici. Viene abolita ogni intelaiatura architettonica e l’immenso spazio della parete risulta privo di qualsiasi riferimento proporzionale e prospettico riconducibile agli schemi della pittura rinascimentale. Anche il colore, superato il cromatismo vivace della volta, appare nuovo, giocato sulla gamma dei toni ocra dei corpi contro il turchino del fondo. Ma è soprattutto nell’interpretazione stessa del tema del Giudizio universale che Michelangelo afferma una sensibilità religiosa originale e più inquieta. Esso non è più raffigurato secondo la precedente tradizione iconografica che lo concepiva come la misura dell’inesorabile giustizia divina nell’atto di dividere i buoni dai reprobi, ma come una potente forza cosmica, scatenata dal gesto di Cristo, che tutto sconvolge, scardinando l’universo intero, i dannati come i beati e anche i personaggi della corte celeste. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Direzioni primarie: trasferimento a Roma e avvio del Giudizio universale

Per il movimento di direzione primaria (figura redatta per il 23/9/1534 – arco di direzione 55.17 -), la Luna e Mercurio sono giunti all’Ascendente, al quadrato di Venere e in trigono al grado del Plenilunio; Giove è in quadrato e Marte è in esagono al Sole; Saturno è in quadrato a Luna e Mercurio e in trigono a Giove; il Sole si oppone per declinazione a Giove; il Mediocielo e Venere giungono alla declinazione di Saturno; la Sorte di Base giunge a Daimon e all’equidistanza di Tyche; la Sorte di Eros è in trigono e la Sorte della Vittoria si oppone al Sole, oltre ad altri aspetti. Inoltre, Algenib sorge; Shaula culmina; Rigel Bellatrix sono al Fondocielo; Capella è giunta al Sole; Botein è giunta  alla Luna e a Mercurio.

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 ConfiniDeclinazioniDH
    
OroscopoSaturno/Venere-11.536.00
MediocieloVenere-22.610.00
SoleMarte+19.705.12
LunaMercurio+15.265.80
SaturnoSaturno-01.323.16
GioveMarte+08.324.53
MarteSaturno+19.025.25
VenereVenere/Marte+22.804.29
MercurioMercurio+15.555.90
FortunaGiove3.52
DaimonVenere0.78

Luna/Mercurio diretti (DH 5.80/5.90) sono giunti all’Ascendente;

Luna/Mercurio diretti (11°19’/12°16’ Toro) sono in trigono al Plenilunio (11°04’ Vergine);

Luna/Mercurio diretti (DH 5.80/5.90) sono in quadrato a Venere di nascita (0.17);

il Sole diretto (27°42’ Toro) è in quadrato a Mercurio di nascita (28°42’ Acquario);

Venere diretta (16°21’ Gemelli) è opposta alla Sorte di Attività di nascita (15°49’ Sagittario);

Saturno diretto (DH 3.16) è in quadrato a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

il Sole diretto (decl. +19,70) si oppone per declinazione a Giove di nascita (decl. -19,80);

Giove diretto (DH 4.53) è in quadrato al Sole di nascita (DH 1.53);

Marte diretto (24°48’ Toro) è in esagono al Sole di nascita (24°02’ Pesci);

Saturno diretto (DH 3.16) è in quadrato a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

Saturno diretto (3°21’ Bilancia) è in trigono a Giove di nascita (3°36’ Acquario);

Venere diretta (decl. +22,80) giunge alla declinazione di Saturno di nascita (decl. +22,60);

il Mediocielo diretto (decl. -22,61) si oppone per declinazione a Saturno di nascita (decl. +22,60);

Saturno diretto (DH 3.16) è in trigono a Tyche di nascita (DH 4.77);

Tyche diretta (2°48’ Ariete) giunge all’esagono di Giove di nascita (3°36’ Acquario);

la Sorte di Base [32] diretta (DH 4.82) giunge a Daimon di nascita (DH 4.77);

la Sorte di Base diretta (DH 4.82) è equidistante a Tyche di nascita (DH 4.77);

la Sorte della Vittoria diretta (DH 1.29) si oppone al Sole di nascita (DH 1.53);

Attività/Daimon dirette (DH 0.75/0.78) sono in esagono a Daimon di nascita (DH 4.77);

la Sorte di Eros [33] diretta (DH 5.39) è in trigono al Sole di nascita (DH 1.53);

la Sorte delle Nozze [34] diretta (DH 4.21) è in trigono a Venere di nascita (0.17);

la Sorte di Nemesi diretta (DH 1.07) è in trigono a Daimon di nascita (4.77);

la Sorte di Nemesi diretta (DH 1.07) è in quadrato a Tyche di nascita (4.77);

la stella Algenib diretta (DH 5.89) è giunta all’Ascendente;

la stella Shaula diretta (DH 0.15) è giunta al Mediocielo;

la stella Menkent diretta (DH 5.86) è giunta al Discendente;

Rigel/Bellatrix/M42 dirette (DH 0.06/0.25) sono giunte al Fondocielo;

la stella Capella diretta (DH 1.63) è unita al Sole di nascita (DH 1.53);

la stella Botein diretta (DH 2.74) è unita a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

la stella Zosma diretta (DH 4.82) è unita a Saturno di nascita (DH 4.75);

la stella M31 diretta (DH 4.75) è unita a Daimon di nascita (DH 4.77).

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Considerazioni

Nel periodo cambiano i Signori dei Confini di Venere (Marte) e di Daimon (Venere)La Luna e Mercurio sono al sorgere configurati a Venere e al Plenilunio; Giove è configurato a Marte, al Sole e a Saturno; Venere ha la declinazione di Saturno:il complesso di questi aspetti, ma soprattutto il sorgere di Mercurio e della Luna, caratterizzano una pienezza della forza creativa ed innovativa di Michelangelo che ora può esprimere pienamente la sua sensibilità artistica e il suo “sentire interiore”.

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La rivoluzione solare dell’anno 1534

La rivoluzione, con gli spazi di perfezione [35], è stata calcolata per Caprese Michelangelo – lat. 43°38’N; long. 11°59’E – e il giorno 5 marzo 1534 (calendario Giuliano) alle ore 8:18 di T.U. (9:06 di ora locale).

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 latitudinideclinazioniDH visibilità
     
Sole-02.383.14
Luna+5.00-15.435.55
Saturno+0.21+22.421.66
Giove-0.22-21.280.96
Marte+2.21+25.534.42
Venere+2.54+17.204.9340.91 (v.)
Mercurio-1.64-13.951.69-9.98 (t.e.)
Tyche2.69
Daimon2.69

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Considerazioni

La rivoluzione solare avviene con la Luna calante che ha da poco superato il trigono al Sole. Sorgono le Iadi e Aldebaran; le Pleiadi [36] e Antares sono lungo la linea dell’orizzonte; Arcturus e Graffias tramontano con la Luna. L’asse dei nodi lunari e Giove sono lungo il meridiano; Venere è in quadrato (mondano) a Giove e in trigono a Tyche e a Daimon; Mercurio è al tramonto eliaco (a.v. -9.98) [37], è in decima Casa, è in trigono a Marte ed è in esagono a Tyche; la Luna è precisamente configurata al Mediocielo e all’Ascendente, è in trigono (mondano) a Mercurio e a Saturno; Marte è in trigono al Mediocielo; Saturno è unito a Sirio [38], è in trigono al Sole e in esagono all’Ascendente.

Marte e Giove sono i signori della perfezione dell’AnnoMarte è in trigono al Mediocielo e Giove è culminato da poco.

Saturno domina la perfezione della Luna e si configura al Sole, alla Luna e allo spazio di perfezione dell’Anno.

Mercurio e Venere dominano la perfezione del MediocieloMercurio è in decima Casa, si presenta nelle perfezioni del Sole e della Luna e si configura alla Luna e alla perfezione dell’Anno, Venere si configura a Giove e alle perfezioni del Sole e della Luna.

In direzione sorgono la Luna e Mercurio, oltre agli aspetti tra Giove, il Sole e Marte e tra Saturno e Venere. In rivoluzione la Luna è angolare e si presenta nella perfezione dell’Anno (e della Sorte delle Attività); il Sole e Mercurio si presentano nella perfezione del Sole e il Sole si configura alla perfezione dell’Anno e del Mediocielo; Giove e Mercurio si presentano nella perfezione della Luna.

Per le figure che si precisano in direzione, i domini e gli aspetti di questa rivoluzione solare e il concorso di stelle brillanti, ai cardini e con i pianeti (le Iadi, le Pleiadi, Aldebaran, Antares, Arcturus, Fomalhaut [39], Scheat, Sirio e Procione [40]), ora si muovono energie creative e realizzative importanti. Per un artista vi è ora la possibilità di concepire ed avviare opere imponenti, innovative e straordinarie.

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La realizzazione del Giudizio universale

La prima commissione del Giudizio risale al 1533, in occasione di un passaggio di Clemente VII a Firenze, dove Michelangelo stava lavorando alle tombe medicee. Due anni dopo Paolo III gli conferma l’incarico e Michelangelo, che si trovava già a Roma, dà avvio al secondo grande monumento pittorico della cappella Sistina, che occupa per intero la parete d’ingresso. La vastità dell’opera (13,70 x 12,20 m) impegna l’artista, ormai sessantenne, in un’estenuante fatica fino al 1541. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Direzioni primarie

Proseguiamo l’indagine sull’anno, il 1541, in cui Michelangelo completa l’opera del Giudizio Universale. Per il movimento di direzione primaria (figura redatta per il 30/6/1541- arco di direzione 61.85 -), l’Ascendente giunge alla declinazione della Luna; la Luna e Mercurio sono in esagono a Marte; Marte ed il Sole sono in quadrato alla Luna e in trigono a GioveGiove è in esagono al Mediocielo; Saturno è equidistante a Luna e Mercurio e giunge alla declinazione di Marte; Saturno è in esagono al Sole e al nodo lunare; la Sorte delle Attività giunge al Mediocielo; la Sorte della Vittoria è in trigono all’Ascendente; il Sole va al quadrato di Venere; Tyche è in esagono al Sole; la Sorte delle Nozze giunge a Saturno. Inoltre, Algol [41] sorge, l’aculeo, M7 [42], culmina, Algieba tramonta, Betelgeuse [43], Menkalinan la spada di Orione, M42 [44] sono al Fondocielo, Aldebaran è giunta al Sole, le Pleiadi sono giunte  alla Luna e a Mercurio, Spica [45] è giunta a Saturno.

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 ConfiniDeclinazioniDH
    
OroscopoVenere/Giove-07.256.00
MediocieloMercurio/Saturno-23.180.00
SoleMercurio+21.105.56
LunaGiove+17.565.31
SaturnoGiove-05.602.56
GioveVenere+11.773.95
MarteMercurio+20.575.67
VenereMarte+23.294.84
MercurioGiove+17.805.61
FortunaMercurio3.06
DaimonGiove0.30

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l’Ascendente diretto (decl. -7,25) giunge alla declinazione della Luna di nascita (decl. -7.30);

Marte/Sole diretti (1°44’/4°29’ Gemelli) sono in quadrato alla Luna di nascita (2°42’ Pesci);

Marte/Sole diretti (1°44’/4°29’ Gemelli) sono in trigono a Giove di nascita (3°36’ Acquario);

Luna/Mercurio diretti (19°09’/20°02’ Toro) sono in esagono a Marte di nascita (18°45’ Pesci);

Giove diretto (DH 4.53) è in esagono al Mediocielo;

Venere diretta (22°30’ Gemelli) va al quadrato del Sole di nascita (24°02’ Pesci);

Saturno diretto (DH 2.56) giunge all’esagono del Sole di nascita (DH 1.53);

Saturno diretto (14°10’ Bilancia) è giunto al nodo lunare di nascita (15°15’ Bilancia);

Saturno diretto (decl. -5,60) giunge alla declinazione di Marte di nascita (decl. -5,33);

Saturno diretto (DH 2.56) giunge all’equidistanza di Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

Daimon giunge alla declinazione di Venere, Tyche giunge alla declinazione di Marte;

la Sorte delle Attività diretta (DH 0.22) giunge al Mediocielo;

la Sorte delle Nozze diretta (DH 4.59) giunge a Saturno di nascita (DH 4.75);

la Sorte di Eros diretta (DH 5.87) si oppone all’Ascendente;

la Sorte della Vittoria diretta (DH 1.77) giunge al trigono dell’Ascendente;

la stella Algol diretta (DH 5.91) è giunta all’Ascendente;

la stella M7 diretta (DH 0.05) è giunta al Mediocielo;

la stella Algieba diretta (DH 5.96) è giunta al Discendente;

M42/Betelgeuse/Menkalinan dirette (DH 0.17/0.05/0.11) sono giunte al Fondocielo;

la stella Aldebaran diretta (DH 1.50) è unita al Sole di nascita (DH 1.53);

le Iadi dirette (DH 1.72) sono unite a Marte di nascita (DH 1.77);

le Pleiadi dirette (DH 2.79) sono unite a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

la stella Spica diretta (DH 4.82) è unita a Saturno di nascita (DH 4.75);

la stella Hamal diretta (DH 4.88) è unita a Tyche di nascita (DH 4.77);

la stella Markab diretta (DH 4.68) è unita a Daimon di nascita (DH 4.77).

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Considerazioni

Mutano i Signori dei confini dell’Ascendente (Giove), del Mediocielo (Saturno), di Saturno (Giove) e di Giove (Venere). L’Ascendente che giunge alla declinazione della Luna; Algol al sorgere; la Sorte della Vittoria in trigono all’Ascendente; Giove che è in esagono al Mediocielo; l’aculeo, M7, che culmina; il Sole quadrato a Venere; la Sorte delle Attività al Mediocielo; Saturno con il nodo nord; Aldebaran con il Sole, le Iadi con Marte, le Pleiadi con la Luna e Mercurio, Spica con Saturno: rappresentano l’importante realizzazione, l’opera compiuta che conferisce una straordinaria notorietà, senza confini, e una fama immortale.

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La rivoluzione solare dell’anno 1541

La rivoluzione, con gli spazi di perfezione, è stata calcolata per Caprese Michelangelo – lat. 43°38’N; long. 11°59’E – e il giorno 5 marzo 1541 (calendario Giuliano) alle ore 0:54 di T.U. (1:42 di ora locale).

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 latitudinideclinazioniDH visibilità
     
Sole-02.381.50
Luna+5.20+28.095.89
Saturno+2.75-07.410.52
Giove+1.25+15.413.01
Marte-0.43+04.160.48-16.55 (v.)
Venere-0.32-16.073.28-15.84 (v.)
Mercurio-2.05-13.322.59-8.23 (n.v.)
Tyche1.39
Daimon1.39

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Considerazioni

La rivoluzione solare ricalca la suddivisione delle Case presente alla nascita e rafforza i significati che saranno espressi nell’anno. La Luna è angolare, è al suo ventre (lat. +5.20), è di luce crescente e forma il quadrato al Sole. Nel suo movimento, la Luna si separa da Mercurio, da Marte e da Venere e si applica a Tyche, a Giove, al Sole, al nodo lunare e a Saturno.

Saturno e Marte sono al meridiano; Venere è visibile, è mattutina, è in mutua ricezione e in trigono a Saturno e al Mediocielo, è in esagono a Marte ed è in trigono alla Luna.

Marte è visibile, è angolare, è occidentale al Sole, è in Domicilio e si applica al trigono di Giove e all’opposizione di Saturno (dove Marte, Saturno e Giove sono in proprie dignità [46]).

Giove e Mercurio [47] sono i signori della perfezione dell’Anno, della Sorte delle Attività, del Sole e della Luna e sono configurati al Mediocielo annuale e alla Luna. Saturno, Giove e Marte sono i signori della perfezione del Mediocielo, il Sole, Mercurio, il nodo lunare e Marte si presentano nella perfezione.

Giove è retrogrado e occidentale al Sole, è con Regulus [48] (natura Giove/Marte), domina sul Sole e sull’Ascendente annuale, si oppone a Venere ed è in esagono alla Luna, domina e si presenta nella perfezione del Sole e della Luna.

Mercurio è invisibile (a.v. -8.23), è mattutino, si applica a Daimon, al Sole e al nodo lunare, domina e si configura alla perfezione dell’Anno.

Saturno è orientale [49], è retrogrado, è al suo ventre (lat. +2.75), domina la perfezione del Mediocielo e culmina in rivoluzione. Saturno domina, con Venere, il Mediocielo annuale (e di nascita), si presenta al culmine, è in proprie dignità (Esaltazione), è in mutua ricezione con Venere ed è equidistante a Marte, anch’esso in proprie dignità (Domicilio). La Luna si separa da Marte e si applica a Venere e a Saturno, i Signori della decima Casa e del Mediocielo di nascita e della rivoluzione. Venere, Marte e Saturno quest’anno sono efficaci e la dinamica della Luna consentirà di esprimere le iniziative importanti, che riguardano opere artistiche, che contrassegnano il periodo. Per tutti i domini di Giove e per i luminari la sua arte ottiene ora un consenso unanime.

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Architetto di San Pietro

L’ingresso di Michelangelo nella Fabbrica di San Pietro avvenne ufficialmente il primo gennaio 1547, ma già da tempo il Buonarroti era impegnato negli studi per la riedificazione della basilica simbolo della cristianità, demolita per volontà di Giulio II all’inizio del secolo. Nella direzione dei lavori l’artista succedeva ad Antonio da Sangallo il giovane. L’eredità era difficile per le profonde divergenze con il predecessore nella concezione dell’architettura, ma infine Michelangelo cedette all’insistenza del papa Paolo III, anche se il suo primo atto come gobernatordella fabbrica vaticana fu la demolizione di buona parte di quanto già costruito dal Sangallo, gesto che gli inimicò le maestranze fedeli al suo predecessore, segnando ancora una volta in senso negativo i rapporti con i suoi compagni di lavoro. Di fatto i progetti michelangioleschi per San Pietro denunciano una posizione di rottura nei confronti di tutti gli illustri predecessori e affermano una concezione originale e dinamica nell’ideazione della pianta, nella soluzione di uniformare l’esterno mediante colossali paraste corinzie, nella creazione di un attico che contribuisse allo slancio della massa muraria, raccolto nella forte tensione della poderosa cupola, punto culminante dell’intero sistema costruttivo.

Il progetto per la cupola di San Pietro assorbì Michelangelo dal 1547 fino alla morte che impedì all’artista di vederla definitivamente realizzata secondo il suo disegno. Essa è concepita come una calotta emisferica in travertino, poggiante su un tamburo e innervata da pesanti costoloni che la raccordano alla lanterna. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Direzioni primarie

Proseguiamo l’indagine sull’anno, il 1547, in cui Michelangelo riceve l’incarico di realizzare la cupola di San Pietro. Per il movimento di direzione primaria (figura redatta per l’1/1/1547- arco di direzione 67.36 -), Marte ed il Sole sorgono e sono in aspetto al Mediocielo; Daimon è al Mediocielo ed è in trigono a Giove; la Sorte delle Attività è ancora unita al Mediocielo ed è equidistante a Venere; la Luna e Mercurio sono in esagono al Sole; la Sorte di Base è in esagono al Mediocielo e a Giove; Saturno è in trigono all’Ascendente, è in quadrato a Giove e si oppone a Venere; Giove è in quadrato a Luna e Mercurio; Venere è in trigono a Mercurio; la Luna giunge a Daimon e all’equidistanza di Tyche; la Sorte di Nemesi giunge a Venere e si oppone al Mediocielo; la Sorte della Vittoria è in trigono all’Ascendente. Inoltre, Capella e le stelle della cascata d’acqua (ψ1,2,3) [50] sorgono; Kaus Media culmina; Aldebaran è con MarteBotein è con Giove; Regulus si oppone a Daimon ed è equidistante a Saturno e a Tyche.

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 ConfiniDeclinazioniDH
    
OroscopoMarte-03.356.00
MediocieloSaturno/Marte-23.440.00
SoleGiove+22.005.91
LunaSaturno+19.154.91
SaturnoVenere-08.902.06
GioveMercurio+14.283.48
MarteGiove+21.595.98
VenereSaturno+23.485.28
MercurioSaturno+19.355.18
FortunaMarte2.69
DaimonMarte0.10

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Marte/Sole diretti (DH 5.98/5.91) giungono all’Ascendente;

Marte/Sole diretti (DH 5.98/5.91) sono in quadrato al Mediocielo;

Luna/Mercurio diretti (25°21’/26°11’ Toro) sono in esagono al Sole di nascita (24°02’ Pesci);

Luna/Mercurio diretti(25°21’/26°11’ Toro) sono in trigono alla Sorte di Eros di nascita (26°28’Vergine);

Venere diretta (27°33’ Gemelli) è in trigono a Mercurio di nascita (28°42’ Acquario);

Giove diretto (DH 3.48) è in quadrato a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

Saturno diretto (DH 2.06) giunge al quadrato di Giove di nascita (DH 3.93);

Saturno diretto (DH 2.06) giunge al trigono dell’Ascendente;

Saturno diretto (22°50’ Bilancia) si oppone a Venere di nascita (24°41’ Ariete);

la Luna diretta (DH 4.91) è unita a Daimon ed è equidistante a Tyche di nascita (DH 4.77);

la Sorte di Base diretta (DH 3.98) è in esagono al Mediocielo;

Daimon diretta (DH 0.10) è unita al Mediocielo;

Daimon diretta (DH 0.10) è in trigono a Giove di nascita (DH 3.93);

la Sorte delle Attività diretta (DH 0.21) è ancora unita al Mediocielo;

la Sorte della Vittoria diretta (DH 4.17) è ancora in trigono all’Ascendente;

la Sorte di Base diretta (DH 3.98) è in esagono a Giove di nascita (DH 3.93);

la Sorte di Nemesi diretta (DH 0.03) è unita a Venere di nascita (DH 0.17);

la Sorte di Nemesi diretta (DH 0.03) è configurata all’Ascendente e al Mediocielo;

la Sorte di Eros diretta (DH 5.87) è configurata all’Ascendente e al Mediocielo;

la Sorte della Vittoria diretta (DH 1.77) è in trigono all’Ascendente;

la Sorte delle Nozze diretta (DH 4.90) è unita a Saturno di nascita (DH 4.75);

la Sorte delle Nozze diretta (DH 4.90) è opposta a Tyche di nascita (DH 4.77);

la stella Capella diretta (DH 5.93) è giunta all’Ascendente;

le stelle della cascata d’acqua dirette (DH 5.85) sono allAscendente;

la stella Kaus Media diretta (DH 0.13) è al Mediocielo;

la stella Algieba diretta (DH 5.96) è giunta al Discendente;

M35/Mirzam dirette (DH 0.14/0.24) sono giunte al Fondocielo;

la stella Aldebaran diretta (DH 1.94) è unita a Marte di nascita (DH 1.77);

la stella Botein diretta (DH 3.76) è giunta a Giove di nascita (DH 3.93);

la stella Alpheratz diretta (DH 4.56) è unita a Daimon di nascita (DH 4.77);

la stella Regulus diretta (DH 4.71) si oppone a Daimon di nascita (DH 4.77);

la stella Regulus diretta (DH 4.71) è equidistante a Tyche di nascita (DH 4.77);

la stella Regulus diretta (DH 4.71) è equidistante a Saturno di nascita (DH 4.75).

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Considerazioni

Mutano i Signori dei confini del Mediocielo (Marte) e di Giove (Mercurio) e possono rappresentare il presentarsi di nuove commesse di grande prestigio. Per i moti primi, Marte ed il Sole sono giunti all’Ascendente, la Luna e Mercurio sono in aspetto al Sole Giove è in aspetto alla Luna e a Mercurio. A questi si aggiungono molti aspetti dei pianeti e delle sorti rispetto al Mediocielo e all’Ascendente, a contrassegnare un altro momento fondamentale per le opere realizzate da Michelangelo.

La Nemesi (Sorte di Saturno) e Saturno precisano figure a Venere. Saturno è in trigono all’Ascendente e in quadrato a Giove e, per il moto di entrambi, è in trigono al Sole e a Marte. Alla nascita Venere è in quarta Casa ed è precisamente quadrata a Saturno, che è in Cancro: entrambi i pianeti possono ora richiamare l’arte costruttiva, gli immobili e le opere di architettura.

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La rivoluzione solare dell’anno 1546

La rivoluzione, con gli spazi di perfezione, è stata calcolata per Caprese Michelangelo – lat. 43°38’N; long. 11°59’E – e il giorno 5 marzo 1546 (calendario Giuliano) alle ore 5:48 di T.U. (6:36 di ora locale).

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 latitudinideclinazioniDH visibilità
     
Sole-02.385.70
Luna+3.79+15.945.02
Saturno+1.30-22.080.65
Giove-0.31-20.552.69
Marte-0.51-23.560.99
Venere-1.27-11.124.97-7.32 (v.)
Mercurio+1.04-09.704.68-10.32 (l.e.)
Tyche4.73
Daimon4.73

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Considerazioni

Nella rivoluzione del 1546 il Sole sorge, la Luna è nel primo quarto di luce crescente, è in proprie dignità (Esaltazione) e si presenta, unita a Tyche, in prima Casa: si tratta di un anno importante in cui è propizio intraprendere nuove opere e in cui si fanno scelte significative che influenzeranno il proprio operato anche per gli anni successivi.

Marte è in proprie dignità, è in ricezione con Saturno e domina l’AscendenteSaturno domina il MediocieloMarte, Saturno e l’asse dei nodi lunari si presentano al meridiano e la Sorte dell’Audacia si oppone a Marte ed è equidistante a Saturno. Marte è visibile, è angolare, è orientale al Sole, è nella propria Esaltazione e riceve l’applicazione della Luna, di Daimon, di Mercurio e di Venere (i Signori della perfezione del Mediocielo).

Saturno è visibile, è angolare, è orientale al Sole, è Peregrino [51], è in ricezione con Giove (con vicinanza di declinazione), è unito al nodo lunare nord, è in quadrato zodiacale al Sole, è in trigono mondano alla Luna e a Tyche ed è in quadrato mondano a Venere. Saturno domina le perfezioni della Luna e del Sole e si presenta nello spazio di perfezione dell’Anno.

Giove è visibile, è orientale al Sole, è in un buon luogo, è nella propria Caduta [52], è in ricezione con Saturno (con vicinanza di declinazione), è con la Sorte delle Attività, è in quadrato zodiacale alla Luna e a Tyche (esagono nel mondo) ed è in esagono al Sole e all’Ascendente. Giove domina le perfezioni dell’Anno, del Sole e della Sorte delle Attività, si presenta nella perfezione della Luna (e ne prende il dominio) e si configura alle perfezioni dell’Anno, della Sorte delle Attività e del Mediocielo.

Marte e Giove sono i signori della perfezione dell’Anno e della Sorte delle Attività e Marte e Saturno sono i Signori della perfezione del SoleMarte, Giove e Saturno (i pianeti superiori) sono prossimi al meridiano e possono rappresentare la progettazione di opere costruttive importanti destinate a durare nel tempo.

Mercurio è in levata eliaca (a.v. -10.32), Venere è visibile, entrambi sono mattutini e sono uniti a Daimon, sono in esagono alla Luna e a Tyche e si applicano all’esagono di Marte e al quadrato di Saturno. Mercurio e Venere dominano la perfezione del Mediocielo e si presentano, con il Sole, nello spazio della perfezione del Sole e si configurano alle perfezioni dell’Anno e della Sorte delle Attività.

Rispetto alla nascita, osserviamo che la Luna giunge all’esagono di se stessa e al quadrato di Giove di nascita; Mercurio, Venere e Daimon giungono al grado della Luna di nascita; Giove giunge all’esagono del Sole, al quadrato di Venere di nascita e in prossimità del proprio grado di nascita; Saturno giunge all’Ascendente, al quadrato del Sole e al trigono di Venere di nascita; Marte giunge al trigono del grado del Plenilunio e all’opposizione di Saturno di nascita.

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Le ultime sculture

Giunto agli ultimi anni della sua vita, nonostante i gravosi impegni come architetto nella Roma di Paolo III, Michelangelo non tralascia di dedicarsi alla scultura, da lui sempre ritenuta la più alta delle discipline artistiche. Dopo aver concluso nel 1545 l’annosa questione della tomba di Giulio II, si dedica all’ideazione della sua personale tomba. In quest’occasione Michelangelo ritorna sul tema della Pietà, realizzando un gruppo marmoreo noto come Pietà Bandini, che nostra, tuttavia, una distanza infinita rispetto alla celebre Pietà di San Pietro. Il modulo compositivo è ancora quello piramidale, ma questa volta il gruppo è più articolato. Nicodemo, la Maddalena e la Madonna  sostengono la figura del Cristo, posta verticalmente in un moto di caduta, disegnato da una linea spezzata, che diviene fulcro emozionale dell’insieme. Si ripropone il principio del non-finito, che si riconferma non tanto un’interruzione o uno stadio abbozzato quanto una componente fondamentale del processo creativo dell’artista. La Pietà Bandini, insieme ad altre due coeve, supera il significato di una meditazione quasi metafisica sulla morte di Cristo, per esprimere il dolore intensamente umano della morte del Figlio di Dio. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Epistole e Rime

Nell’intero arco della sua vita, Michelangelo affidò alla scrittura il compito di comunicare pensieri, sentimenti, stati d’animo, convinzioni estetiche, scelte artistiche, problemi e questioni quotidiane di varia natura. Come è ovvio l’arte è spesso il soggetto di questi scritti, ma la produzione letteraria non va intesa di riflesso a quella artistica, bensì nel suo carattere autonomo. Il corpus delle lettere di Michelangelo è cospicuo, quasi cinquecento, comprese tra il 1486 e il 1563; di esse, circa la metà è indirizzata ai familiari, un gruppo è destinato a persone con cui ebbe legami di amicizia, altre ancora agli amministratori degli affari della sua famiglia e altre ad artisti, papi, cardinali, re. Il tono delle lettere è vario, ma, in genere, esse, affrontando soprattutto questioni pratiche, sono improntate a un linguaggio piuttosto concreto e personale. Più che le Epistole, le Rime sono frutto di una ricerca letteraria. Il poetare michelangiolesco appare talora incerto, aspro, diseguale, tuttavia anche qui gli va riconosciuta un’impronta originale e non priva di quell’energia espressiva che consacra Michelangelo tra i maggiori geni di tutti i tempi. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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I disegni

Il corpus dei disegni michelangioleschi giunti fino a noi è decisamente cospicuo, non omogeneo nei risultati e notevolmente lacunoso. Il Vasari testimonia che Michelangelo poco prima della morte e in un’altra occasione ancora ne distrusse moltissimi, insieme a schizzi e cartoni preparatori, affinché i posteri non vedessero le fatiche delle sue creazioni e avessero soltanto la percezione della perfezione finale.

Nei disegni, infatti, già a detta del Vasari, si colgono talora una certa asprezza e incertezze pienamente superate nella realizzazione delle opere. Fortunatamente molti disegni furono donati dallo stesso artista ad amici come Vittoria Colonna o il Cavalieri e molti altri rimasero nella sua casa a Firenze, dove costituirono una vera e propria palestra per molti giovani artisti della generazione successiva che ne fecero quasi un oggetto di culto. Il nucleo maggiore di quelli ritenuti autografi si trova appunto negli archivi di casa Buonarroti e sono stati ordinati in un definitivo catalogo nel 1963 da Bernard Berenson. I disegni di appartenenza medicea si trovano agli Uffizi, mentre gruppi di fogli sono sparsi in vari musei e collezioni soprattutto inglesi. L’analisi dei disegni di Michelangelo oltre a consentire la conoscenza di un genere artistico in certo modo autonomo, fornisce lo strumento migliore per conoscere la genesi delle opere del maestro e rivela il suo metodo di lavoro, tendente alla perfezione del risultato attraverso continue correzioni. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Giorgio Vasari

La consacrazione di Michelangelo come l’Artista sommo, divino, eccelso si deve prima di tutto a Giorgio Vasari che lo pone come punto d’arrivo dell’intero sviluppo della storia dell’arte, dalle origini pregiottesche fino ai suoi stessi anni. Aretino, pittore, architetto al servizio di Cosimo de’ Medici, il Vasari occupa un posto fondamentale nella storiografia artistica per essere l’autore delle Vite de’ più eccellenti Architetti, Pittori e Scultori italiani da Cimabue insino ai tempi nostri ..uscite in due successive edizioni nel 1550 e nel 1568. Attraverso le biografie degli artisti, l’autore traccia una concezione della storia dell’arte articolata in tre periodi o maniere: quello della “rinascita” dalla barbarie medievale, quello dello sviluppo, caratterizzato dagli studi di prospettiva, di ricerca della naturalezza, della regola e della misura e, infine, il terzo periodo, quello della maturità, che culmina nell’età aurea di Leone X. Per vasari il trionfo degli ideali rinascimentali si ha con Michelangelo, oltre il quale agli artisti successivi non resta altro che imitarne la “maniera”, ventilando con ciò il profilarsi della decadenza. Nella biografia di Michelangelo, il Vasari ha attinto agli scritti del Condivi, biografo ufficiale dell’artista, anche se talora se ne discosta. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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I tempi di vita

Siamo in presenza di una nascita notturna in cui entrambi i luminari sono in luoghi non afetici. I primi luoghi vitali [53] da osservare sono la Luna: 2°42’ Pesci; il grado del Plenilunio precedente la nascita: 11°04’ Vergine; il grado di Daimon (tyche tolemaica [54]): 12°58’ Sagittario.

Inoltre, sono luoghi vitali, di per sé, sempre, il Sole: 24°02’ Pesci; il grado Ascendente: 24°16’ Sagittario e Tyche: 16°59’ Capricorno.

Riguardo ai luoghi vitali notturni, osserviamo che Venere domina l’Esaltazione e i Confini della Luna, nonché i Confini del grado del Plenilunio e della tyche tolemaica (Daimon). Venere ha una sua importanza: è nei domini del Sole e di Giove ed è in ricezione e configurata, per esagono mondano, a Giove; pur tuttavia, non è in luogo afetico [55]. Pertanto, in questa genitura, il luogo afetico [56] da prendere in considerazione, ai fini dell’esame della durata della vita, è il grado Ascendente.

Giove domina il Domicilio e la Triplicità notturna del grado Ascendente e Saturno ne domina il Confine. Giove, per i suoi domini sull’afeta [57] e su Venere (pianeta che domina su tutti i luoghi vitali notturni), è una sorta di alcocoden [58] di questa genitura. Giove è orientale, è diretto e di moto veloce, è all’ingresso della prima Casa, è in ricezione e configurato a Venere ed è in ricezione con Saturno, con i luminari e con Marte. Inoltre, entrambi i benefici, Venere e Giove, testimoniano l’afeta, sono efficaci, forti nella loro azione, sostanzialmente ben posti. Per questo motivo, assicurano una pienezza di vita e predispongono ad una longevità. Però, per l’argomento della vita, poiché vi è una commistione di Giove con Saturno, che qui è il malefico mal disposto [59] – perché è nel suo Esilio e si oppone (dalla settima Casa) all’Ascendente -, vi è una certa durata della vita che non può essere particolarmente longeva. In definitiva, la buona condizione dei benefici e dei luminari e la presenza di una stella benefica, Altair, all’Ascendente, assicura una robustezza del fisico, poche malattie importanti ed una vita lunga ma non propriamente longeva.

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Il termine della sua vita

A un solo anno dalla nomina, il 18 febbraio 1564, quasi ottantanovenne, Michelangelo morì a Roma, nella sua residenza di piazza Macel de’ Corvi (distrutta quando venne creato il monumento a Vittorio Emanuele II, il Vittoriano), assistito da Tommaso de’ Cavalieri. Si dice che fino a tre giorni prima avesse lavorato alla Pietà Rondanini. Pochi giorni prima, il 21 gennaio, la Congregazione del Concilio di Trento aveva deciso di far coprire le parti “oscene“ del Giudizio Universale.

Nell’inventario redatto qualche giorno dopo il decesso sono registrati pochi beni, tra cui la Pietà, due piccole sculture di cui si ignorano le sorti (un San Pietro e un piccolo Cristo porta croce), dieci cartoni, mentre i disegni e gli schizzi pare che fossero stati bruciati poco prima di morire dal maestro stesso. In una cassa viene poi ritrovato un cospicuo “tesoretto“, degno di un principe, che nessuno si sarebbe immaginato in un’abitazione tanto modesta. (https://it.wikipedia.org/wiki/ Michelangelo_Buonarroti)

Il testamento, secondo quanto riportato dal Vasari, era composto di tre parole: che lasciava l’anima sua nelle mani di Dio, il suo corpo alla terra, e la roba a parenti più prossimi“.

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Roma sparita, la casa di Michelangelo [60]

Nell’angolo più appartato di Piazza Venezia, in una rientranza che si trova proprio in prossimità del Foro Traiano, una targa, posta su un lato del Palazzo delle Assicurazioni Generali, testimonia in quel luogo l’antica esistenza della casa di Michelangelo Buonarroti. La targa ricorda che «Qui era la casa consacrata dalla dimora e dalla morte del divino Michelangelo. SPQR 1871». L’edificio si trovava in Via Macel de Corvi, una strada stretta e tortuosa scomparsa con le demolizioni effettuate per permettere la costruzione del Vittoriano. 

Michelangelo abitò in quella dimora per circa mezzo secolo. Gliela misero a disposizione gli eredi di Giulio II intorno al 1513 in quanto l’artista toscano era vincolato ai Della Rovere per la realizzazione delle statue della tomba del papa in San Pietro in Vincoli. Il progetto, rimasto in ballo per tantissimi anni, non si realizzò mai e rappresentò una delle pagine più buie della sua vita artistica. La casa, in netto contrasto con l’opera di Michelangelo, era molto modesta: comprendeva due camere da letto, la bottega al pianterreno, un tinello e la cantina. C’erano anche una loggia, la stalla e l’ orto. L’artista ci visse « povero e solo come spirto legato in un’ ampolla », rinchiuso in quelle stanze «come la midolla da la sua scorza». La zona di Macel de’ Corvi era costituita da un fitto incrocio di vicoli in cui Roma esprimeva tutta la propria anima popolare sia nel bene sia nel male. I dintorni erano puzzolenti: lì esistevano infatti diverse discariche in cui il popolo minuto gettava anche carogne di animali o che utilizzava come latrina.
Eppure in quella «scura tomba» Michelangelo non solo visse senza problemi ma fu lì che videro la luce tanti dei suoi più grandi progetti artistici come, ad esempio, il Giudizio Universale. Fu lì che il sommo maestro lavorò fino all’ultimo respiro alla realizzazione della Pietà Rondanini. Fu a quelle umili mura che rimase ancorato anche quando era divenuto l’artista più ricercato e ricco di Roma. In quella casa continuò a vivere come un artigiano qualunque, senza concedersi comodità, ostentando il suo disprezzo per ogni lusso esteriore. Tra quelle mura scrisse i sonetti e le lettere indirizzate a Vittoria Colonna e s’innamorò di Tommaso Cavalieri. In quell’edificio visse assistito per ben 26 anni dal suo amato garzone Urbino e da diverse serve, quasi sempre di dubbia morale, che lo stesso Michelangelo detestava e puntualmente cacciava. Lì morì alla soglia dei novant’anni assistito dal Cavalieri e da Daniele da Volterra. (https:// allontanarsidallalineagialla.blogspot.com/2017/09/nellangolo-piu-appartato-di-piazza.html)  

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Direzioni per l’epoca della sua morte

Per il movimento di direzione primaria (figura redatta per il 18/2/1564 – arco di direzione 84.87 –), Marte si oppone al grado Ascendente ed è in quadrato al Sole; il Sole e Marte sono giunti a Daimon (tyche tolemaica) e sono equidistanti a Tyche e a Saturno; Tyche è ora in quadrato a Saturno; Mercurio, la Luna e Venere giungono alla declinazione di Saturno; Marte giunge all’esagono di Venere; Giove è equidistante a Marte Mercurio è equidistante a Giove. Haedus (natura Marte/Mercurio) Fomalhaut sono all’Ascendente; Sargas (natura Saturno/Venere) si oppone all’Ascendente; la spada di Orione, M42, è con il SoleM35 è con Marte; Albireo culmina; Wasat é al Fondocielo; Algol è con Daimon (tyche tolemaica); le Pleiadi sono con Tyche.

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 ConfiniDeclinazioniDH
    
OroscopoMarte+09.206.00
MediocieloGiove-22.970.00
SoleSaturno+23.464.89
LunaVenere+22.503.65
SaturnoMercurio-17.220.49
GioveMarte/Mercurio+20.151.98
MarteSaturno+23.374.74
VenereMercurio+22.805.48
MercurioVenere+22.593.81
FortunaGiove1.49
DaimonMarte1.37

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Marte diretto (24°08’ Gemelli) giunge all’opposizione del grado Ascendente (24°16′ Sagittario);

Marte diretto (24°08’ Gemelli) giunge al quadrato del Sole di nascita (24°02’ Pesci);

il Sole diretto (26°32’ Gemelli) è ancora in quadrato a se stesso (24°02’ Pesci);

il Sole e Martdiretti (DH 4.79) sono equidistanti a Saturno di nascita (DH 4.75);

il Sole e Marte diretti (DH 4.89/4.74) sono giunti a Daimon di nascita (DH 4.77);

il Sole e Marte diretti (DH 4.89/4.74) sono equidistanti a Tyche di nascita (DH 4.77);

Marte diretto (24°08’ Gemelli) giunge all’esagono di Venere di nascita (24°41’ Ariete);

Luna/Mercurio diretti (decl. +22°50’/+22°59’) hanno la declinazione di Saturno di nascita (decl. +22°60’);

Saturno diretto (17°55’Scorpione) è in trigono a se stesso (16°56’ Cancro);

Venere diretta (decl. +13,72) si oppone per declinazione a Saturno di nascita (decl. -13,75);

Giove diretto (DH 1.77) giunge all’esagono dell’Ascendente;

Giove diretto (DH 1.98) giunge al quadrato di se stesso (DH 3.93);

Mercurio diretto (DH 3.81) giunge all’equidistanza di Giove di nascita (DH 3.93);

Mercurio diretto (DH 3.81) giunge al trigono di Venere di nascita (DH 0.17);

Daimon diretta (DH 1.37) si oppone al Sole di nascita (DH 1.53);

la Sorte di Base diretta (DH 2.78) è equidistante a Luna/Mercurio di nascita (DH 2.76/2.70);

la Sorte di Eros diretta (DH 4.68) si oppone a Daimon di nascita (DH 4.77);

la Sorte di Eros diretta (DH 4.68) è equidistante a Tyche di nascita (DH 4.77);

la Sorte delle Nozze diretta (DH 5.89) si oppone all’Ascendente;

la Sorte dell’Audacia diretta (DH 3.36) è in trigono a Saturno di nascita (DH 4.75);

la Sorte delle Attività diretta (DH 1.58) si oppone al Sole di nascita (DH 1.53);

la Sorte di Nemesi diretta (DH 1.61) giunge al Sole di nascita (DH 1.53);

la stella Haedus diretta (DH 5.96) sorge all’Ascendente;

la stella Fomalhaut diretta (DH 5.94) sorge all’Ascendente;

la stella Albireo diretta (DH 0.21) è ancora unita al Mediocielo;

la stella Sargas diretta (DH 5.81) è unita al Discendente;

le stelle Wasat/Castor dirette (DH 0.09/0.24) sono unite al Fondocielo;

la stella M42 diretta (DH 1.63) giunge al Sole di nascita (DH 1.53);

la stella M35 diretta (DH 1.78) giunge a Marte di nascita (DH 1.77);

le Pleiadi dirette (DH 4.87) giungono a Tyche di nascita (DH 4.77);

la stella Algol diretta (DH 4.93) giunge a Daimon di nascita (DH 4.77).

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Considerazioni

Ci sono varie direzioni che, laddove uno dei luminari fosse stato l’afeta, avrebbero avuto un valore aneretico: Marte che giunge al quadrato del Sole; il Sole che giunge al quadrato di se stesso; il Sole che giunge a Daimon e all’equidistanza di Saturno; la Luna e Mercurio che sono giunti alla declinazione di Saturno. Ma ciò che rende pericoloso per la vita questo periodo, in un modo definitivo, è l’opposizione zodiacale di Marte all’Ascendente, l’afeta della genitura di Michelangelo.

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La rivoluzione solare dell’anno 1563

La rivoluzione, con gli spazi di perfezione, è stata calcolata per Caprese Michelangelo – lat. 43°38’N; long. 11°59’E – e il giorno 5 marzo 1563 (calendario Giuliano) alle ore 8:53 di T.U. (9:41 di ora locale).

 latitudinideclinazioniDH visibilità
     
Sole-02.382.54
Luna-0.66+19.101.12
Saturno-0.07+22.853.07
Giove+0.03+23.484.69
Marte-0.82-22.382.03
Venere+8.48+03.801.93-9.87 (v.)
Mercurio-0.47+00.412.97-8.35 (n.v.)
Tyche2.34
Daimon2.34

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Considerazioni

In rivoluzione, Marte si presenta nella perfezione del Mediocielo ed è il signore (con Venere e Mercurio) e si configura alla perfezione dell’Anno. Marte è unito a Daimon e al nodo lunare nord, è opposto a Saturno ed è in trigono all’Ascendente. Marte, è in ricezione e si separa dall’opposizione di Saturno, quindi è forte nel far male, e si configura, così come in direzione, all’Ascendente: è la chiara conferma della pericolosità del momento; inoltre, il fatto che Marte sia dopo il mezzogiorno (nell’ottavo luogo) può far pensare che i timori maggiori riguarderanno gli ultimi mesi di questa rivoluzione solare.

Venere è visibile (a.v. -9.87), è retrograda, è al suo ventre (lat. +8.48), è uno dei Signori della perfezione dell’Anno, si presenta (con il Sole) nella perfezione della Sorte della Necessità ed è configurata ad entrambi i malefici: è il presentarsi di difficoltà o blocchi renali.

Mercurio è vespertino, è invisibile (a.v. -8.35), è uno dei Signori della perfezione dell’Anno, è in trigono alla Luna ed è equidistante a Saturno: la testimonianza di Saturno a Mercurio qui comporta patologie particolarmente resistenti e di difficile cura.

Giove è in Gemelli e in prima Casa, è occidentale al Sole, è in esagono mondano a Mercurio, è opposto alla Sorte di Malattia, è in quadrato al Sole e a Venere e si presenta nella perfezione della Luna [61]: può rappresentare l’insorgere di difficoltà cardiache e respiratorie.

Saturno è nel suo Esilio, è diretto e occidentale, è il Signore della perfezione del Mediocielo e si presenta nella perfezione del Sole. Inoltre, Saturno si configura ai Signori della perfezione dell’Anno: Marte (opposizione), Venere (trigono) e Mercurio (equidistanza): è un quadro clinico che si aggrava irrimediabilmente.

Rispetto alla nascita, osserviamo che Saturno giunge sui gradi della nascita; Marte giunge in prossimità del grado di Tyche di nascita e al quadrato di Venere di nascita; Venere giunge su Marte di nascita; la Luna (2°03’ Leone) giunge alla cuspide dell’ottava Casa di nascita (2°27’ Leone); Giove giunge al quadrato del Sole di nascita.

La morte sopraggiunge dopo tre giorni di febbre alta che qui potrebbe essere indicata dalla natura marziana dell’anereta e dalle stelle malefiche che in direzione sono giunte all’Ascendente e a Tyche: il Capretto, Haedus (Marte/Mercurio) e le Pleiadi (Luna/Marte); e dalle stelle che in rivoluzione solare sono all’Ascendente e con la Luna: le Iadi e Aldebaran, gli Asini e Praesepe [62].

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Conclusioni

Considerato dai contemporanei l’insuperabile vertice di tutte le arti, Michelangelo attraversa e caratterizza tutte le fasi del Rinascimento, dall’età dorata di Lorenzo il Magnifico fino al drammatico epilogo nel rovente clima della Controriforma. Pittore, architetto, letterato, Michelangelo si sentiva soprattutto scultore. Colpire il blocco grezzo di marmo con lo scalpello, far emergere faticosamente il “concetto”, l’idea imprigionata dentro la materia, esprimersi “per forza di levare”in questa azione solitaria e tesa si concentra l’energia creativa del genio, si placa l’ansia per il tempo presente, si bussa alle soglie dell’immortalità. (ArtBook Michelangelo – La sfida dell’uomo alla materia – Leonardo Arte Srl, 2000)

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Note

[1] Moto primo o direzione di un punto della sfera locale è il suo spostamento nel senso del moto diurno verso un secondo punto, rimanendo invariate le sue coordinate celesti dell’istante iniziale. L’arco che il primo punto percorre in gradi equatoriali è l’arco di direzione. Quando il primo punto giunge per direzione al circolo orario del secondo punto, si dice che tra i due punti avviene un incontro di direzione. L’osservazione di questo moto costituisce il primo fondamento dell’arte della previsione astrologica (spiegazione contenuta nel glossario del sito www.cieloeterra.it).

[2] Nel libro “La vita di Michelangelo” di A. Gotti il padre, Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, usa le seguenti parole: ricordo che lunedì mattina, quattro cinque ore prima dell’alba, mi è nato un figlio maschio che ho chiamato Michelangelo.”

Don Riggs traduce questo punto come “4 o 5 ore prima dell’alba”. William Wallace, considerato una delle maggiori autorità sull’artista, pensa che la nascita sia avvenuta 4 o 5 ore prima dell’alba.

Grazia Bordoni al riguardo si è consultata con Giuseppe Bezza per ottenere una traduzione precisa del testo latino: “Ricordo che oggi, 6 marzo …, mi è nato un figlio che ho chiamato Michelangelo ed è nato lunedì mattina 4 o 5 ore prima dell’alba ed è nato mentre ero sindaco di Caprese, è nato a Caprese e sono stati indicati questi testimoni. “

Bezza aggiunge: “Senza dubbio significa 4 o 5 ore prima dell’alba. La data è comunque vicina all’equinozio, quindi dobbiamo dedurre che il padre di Michelangelo vuole dire che suo figlio è nato tra le ore 0:10 e l’1:00 (di T.U.). Al tempo il sole sorgeva alle 5:20 del mattino, un po’ prima di Marte e nello stesso periodo di Venere”. Dove Bezza ha calcolato l’alba alle 5:20 del mattino, Rodden calcola l’alba alle 6:15 del mattino, che produce un grafico per le 1:45 di ora locale (0,57 di T.U.), più o meno una mezz’ora.

[3] Nelle 24 ore, del giorno, sono tanti i momenti in cui, secondo “cause precedenti”, che riguardano la “formazione di corpo e spirito”, la nascita dei bimbi è possibile. Secondo questa concezione, le fasi di formazione dell’embrione, dal concepimento alla nascita, devono seguire un ritmo armonico, esprimere un’assonanza che consente il compimento della gestazione. A questa concezione risponde la tecnica che è di Tolomeo e del suo tempo. Seguendo questa tecnica, ricercheremo, nel giorno di nascita, quei momenti in cui è possibile nascere. Si tratta di quelle “aperture delle porte” in cui i pianeti formano rapporti di eguaglianza numerica in virtù dei loro moti, isaritmie (che devono essere considerate secondo il moto orario), rispetto al sorgere o al culminare. Tali momenti possono essere pochi o tanti, ma la nostra scelta deve riguardare solo quei rapporti che si creano tra quel pianeta, che ha un chiaro dominio al tempo della sizigia e che troviamo riconfermato, per diritti, forza, operatività, concordia di hairesis, nel tema di nascita.

[4] Domicilio: è la prima dignità in ordine di importanza, il luogo dello zodiaco dove il pianeta ha più forza, ed indica benefici permanenti. Ciascun pianeta ha un domicilio diurno ed uno notturno, tranne i luminari che hanno un solo domicilio. Saturno ha il proprio domicilio in Capricorno e in Acquario, Giove in Sagittario e in Pesci, Marte in Scorpione e in Ariete, Venere in Bilancia e in Toro, Mercurio in Vergine e in Gemelli, il Sole in Leone, la Luna in Cancro.

[5] L’Esaltazione è la seconda dignità in ordine di importanza, il luogo dello zodiaco dove i pianeti mostrano il primo apparire della loro qualità. Gli effetti dell’esaltazioni sono i più repentini ed appariscenti. Saturno ha la propria esaltazione in Bilancia, Giove in Cancro, Marte in Capricorno, Venere in Pesci, Mercurio in Vergine, il Sole in Ariete, la Luna in Toro.

[6] Il plenilunio che precede la nascita è come una matrice che influenza i “caratteri fondamentali” di tutte le nascite dei giorni successivi fino al successivo novilunio. Ha una natura lunare, fa parte dell’hairesis notturna e sull’argomento della durata della vita viene osservato preferenzialmente nelle nascite notturne anche nel caso in cui la prima figura nei giorni precedenti la nascita fosse un novilunio.

[7] Ricezione: è, in un’applicazione, il riconoscimento di natura da parte degli astri che uniscono le loro luci. Avviene in due modi: quando il pulsans è nelle dignità del receptor (Mercurio in Capricorno che si applica a Saturno in Toro) e quando il receptor è nelle dignità del pulsans (la Luna in Vergine che si applica a Saturno in Toro). Perché la ricezione sia efficace gli astri non devono essere indeboliti dalla combustione, dall’esilio, dalla caduta, dalla retrogradazione.

Ricezione mutua: è una ricezione in cui entrambi gli astri sono l’uno nelle dignità dell’altro. Per esempio la Luna che si congiunge a Venere nel segno del Toro, stando la prima nel domicilio di Venere e la seconda nell’esaltazione della Luna.

[8] La distanza oraria si riferisce alla suddivisione del giorno in 24 ore ed è la misura oraria dell’astro osservato nella sua posizione relativa rispetto alla linea meridiana (asse fondocielo/mediocielo) ed alla linea dell’orizzonte (asse ascendente/discendente). I valori in distanza oraria (DH) indicati nella figura di direzione partono da un valore zero in prossimità del meridiano e determinano i quattro quadranti di sei ore l’uno del cerchio completo, nel seguente modo: dal fondocielo all’ascendente e dal fondocielo al discendente da 0 a 6 ore; dal mediocielo all’ascendente e dal mediocielo al discendente da 0 a 6 ore. Questo significa dire che l’astro situato esattamente sulla cuspide della seconda, dell’undicesima, della nona e della quinta Casa ha un valore di distanza oraria pari a 2 ore (DH 2.00); l’astro situato precisamente sulla cuspide della prima, della dodicesima, dell’ottava e della sesta Casa ha un valore di distanza oraria di 4 ore (DH 4.00), e così via.

[9] In questa colonna viene fornito il dato della visibilità degli astri per il giorno della nascita. Con la sigla v. intendiamo “visibile” o fuori dai raggi del Sole; con la sigla n.v. intendiamo “non visibile” o sotto i raggi (invisibilità e combustione). Con la sigla l.e. indichiamo la “levata eliaca” (che può essere mattutina o vespertina), con t.e. il “tramonto eliaco” (mattutino o vespertino).Con la sigla c. intendiamo la “combustione” del pianeta molto vicino al Sole, entro i tre gradi.

[10] Altair è “il cuore”, la brillante, della costellazione dell’Aquila. È una stella di natura Giove/Marte e se è unita ai luminari alla nascita indica capacità di leader; quando in rivoluzione giunge ai luminari o ai cardini principali della figura e le figure di direzione primaria del periodo sono congruenti, contrassegna i momenti in cui è possibile concretizzare “obiettivi importanti”  e il verificarsi di eventi fuori dall’ordinario.

Il nome della stella più brillante della costellazione, Altair, viene dall’arabo al-nasr al-ta’ir, che significa «aquila che vola» o «rapace». Tolomeo la chiamò Aquila, con lo stesso nome della costellazione. Lo studioso tedesco Paul Kunitzsch nota che i Babilonesi e i Sumeri si riferivano ad Altair come alla stella aquila. Le stelle vicine ad Altair, Beta e Gamma dell’Aquila formano le ali spiegate dell’uccello. Queste due stelle hanno nomi propri, Alshain e Tarazed, che vengono da una traduzione persiana di una vecchia parola araba che significa «l’equilibrio».

[11] Il Sagittario (in latino Sagittarius, Sagittarii abbreviato in Sgr) è una costellazione dello zodiaco, comunemente raffigurata come un centauro tendente un arco; si trova tra lo Scorpione ad ovest e il Capricorno ad est e contiene al suo interno il centro galattico e un gran numero di oggetti galattici. All’interno di tale costellazione spicca la vasta Nebulosa Laguna (M8), visibile vicino a λ Sagittarii. Nella tradizione la nebulosa Laguna rientra negli elenchi delle stelle azemena, pericolose per la salute.

[12] Occidentale: (emisfero occidentale) è, dei due emisferi nei quali viene divisa la sfera locale dal meridiano, quello che comprende il punto Ovest; (pianeta occidentale rispetto alla genitura) è il pianeta situato nell’emisfero occidentale; (pianeta occidentale rispetto al Sole). Occidentalità relativa: è così chiamata la condizione del pianeta che, al tramontare del Sole, si trova fuori dai raggi solari entro lo spazio del 2° quadrante (tra mediocielo ed occidente), ovvero non oltre la distanza di 6 ore temporali dal Sole in senso antiorario.

[13] Le principali fasi dell’epiciclo sono come degli aspetti considerati rispetto al Sole. Quindi, il pianeta che esce dai raggi del Sole e fa la levata eliaca, che è nella sua prima stazione, che è nella seconda stazione o al tramonto eliaco crea un “rapporto” con il Sole che Tolemeo, e tutti i principali autori classici, assimila alla configurazione.

Delle stazioni dei pianeti, diciamo che la Stazione mattutina è la stazione di un pianeta orientale rispetto al Sole, che lo precede nel moto diurno sorgendo prima dell’alba, e si trova sopra l’orizzonte quando il Sole sorge; è la prima stazione dei pianeti superiori, e la seconda stazione degli inferiori. La Stazione vespertina è la stazione di un pianeta occidentale rispetto al Sole, che lo segue nel moto diurno tramontando dopo il Sole, e si trova sopra l’orizzonte quando il Sole tramonta; è la seconda stazione dei pianeti superiori, e la prima stazione degli inferiori.

[14] Per questa e per le altre sorti indicate nell’articolo ci riferiamo al sistema di calcolo successivo a quello adottato da Placido Titi e da Adriano Negusanzio. Qualche anno dopo la morte di Placido, nella ristampa della Coelestis Philosophia del 1675, Francesco Brunacci e Francesco Maria Onorati propongono un metodo di calcolo che mantiene la stessa struttura del calcolo del Placido ma viene svolto interamente sull’equatore operando con l’ascensione obliqua dell’oroscopo e con le ascensioni miste (am) dei luminari, ovvero con le aoch nell’emisfero ascendente e con le doch in quello discendente, in modo da ottenere l’ascensione mista della sorte. Sulle argomentazioni teoriche e le modalità del calcolo, si segnala l’articolo pubblicato all’interno del sito www.cieloeterra.it dell’associazione Cielo e Terra “La sorte oraria, il vero oroscopo lunare”, di Marco Fumagalli, che amplia quanto già indicato nell’altro suo articolo “il calcolo delle sorti secondo Placido Titi” (pubblicato su Linguaggio Astrale n. 103 di giugno 1996).

La Sorte di Fortuna, Tyche, in ogni genitura può rappresentare il corpo, la vita, le acquisizioni, le sostanze materiali, la convivenza, il matrimonio e quanto viene condiviso nella vita di coppia. In ambito religioso, sono i beni condivisi nella comunità e la comunione con gli altri. Come la Luna, può esprimere qualcosa riguardo la casa, il domicilio, il luogo in cui si vive.

La Sorte del Genio, Daimon, in ogni genitura può rappresentare l’intelletto, l’animo, il comportamento, i desideri profondi e le istanze interiori che indirizzano le scelte importanti della nostra vita.

[15] I nodi sono i due punti nei quali la Luna o un pianeta ha latitudine 0°, ovvero si trova sull’eclittica. Se il pianeta ha latitudine 0° e sta salendo sopra l’eclittica è nel suo nodo ascendente, se sta scendendo sotto l’eclittica è nel suo nodo discendente.

[16] Mercurio e la Luna sono uniti e sono in Segni di lunga ascensione. Mercurio, quale significatore delle qualità dell’animo, si trova nel lunotto dell’invisibilità precedente al momento della congiunzione superiore. Secondo l’Alchabitio,è il caso in cui in chi nasce vi è “la celerità, l’espansione dell’ingegno, l’aumento di queste cose, un ingegno maturissimo”.

[17] “Se qualcuno nasce al sorgere o al culminare di Arturo, natura Giove/Marte (…) fa coloro che hanno una tale disposizione, illustri generali che sottomettono regioni e città e popoli, coloro che governano, che sono portati all’agire, gli insottomessi, coloro che parlano schiettamente, che hanno il gusto della lotta, che conducono a termine i loro propositi, efficaci, virili, vittoriosi, che danneggiano i propri nemici, opulenti e forse ricchissimi, d’animo grande e ambiziosi e generalmente non muoiono di buona morte; nascono inoltre gli amanti della caccia, i conoscitori e i proprietari di cavalli e quadrupedi.” (Anonimo dell’anno 379 – Stelle lucide, passionali nocive, soccorritrici – trad. Giuseppe Bezza da CCAG pp. 194-211)

[18] La sindrome di Asperger rientra tra i disturbi dello spettro autistico edè quello più frequentemente non diagnosticato o misdiagnosticato, e quindi scambiato per schizofrenia, disturbo schizotipico, disturbo schizoide, fobia sociale, disturbo evitante ecc.La causa delle misdiagnosi di pazienti Asperger, spesso riscontrate in età adulta, in particolare in età avanzata, risiede nella mancanza di una cultura psichiatrica per questa categoria diagnostica. Per alcune persone, inoltre, non è corretto parlare di disturbo in senso stretto, ma è meglio pensare a un funzionamento mentale non comune (personalità Asperger), diverso dalle persone neurotipiche, non necessariamente da leggersi come un evento patologico. Gli individui con SA non comprendono gli indizi sociali, e il comportamento sociale e affettivo risulta inadeguato. Si esprimono con sincerità, schiettezza e questo li fa apparire rudi, maleducati. La mimica può mostrare risposte inadeguate al contesto e vi è per loro una difficoltà a comprendere le regole sociali non scritte e pertanto inserirsi in un gruppo può diventare difficile. Gli interessi speciali assorbono sin dall’infanzia il tempo a disposizione; possono essere interessi inusuali (ad esempio sapere tutto sugli estintori in un bambino della scuola primaria), ma anche no. Hanno una funzione positiva perché combattono in modo fisiologico la naturale tendenza al ritiro spingendoli a uscire per occuparsi dei loro interessi, contrastano i vissuti depressivi, favoriscono amicizie, bloccano i pensieri negativi, possono diventare il punto di partenza per una professione anche di ricercatore; non vanno contrastati né bisogna privarne la persona come una punizione ma piuttosto utilizzarli come rinforzo. Per le persone Asperger ne può derivare una grande solitudine e un vissuto di inadeguatezza, che rappresenta un fattore di vulnerabilità con disturbi di ansia e di depressione e una tendenza all’asocialità.

[19] Il Sole essendo al sorgere, al grado levante, mattutini sono gli astri nel I e III quadrante, vespertini nel II e IV. Vedasi il commento a Tolemeo di  ´AlīibnRidwān, pag. 868 di “Arcana Mundi”, Giuseppe Bezza, 1995.Si pone il Sole all’oroscopo e la sua ascensione obliqua sarà l’ascensione obliqua dell’asse orizzontale; ad essa sottrarremo 90° per ottenere l’ascensione retta dell’asse verticale. Quindi, sistemeremo i pianeti nei quattro quadranti così determinati secondo le loro ascensioni oblique o discensioni oblique.

[20] Hairesis – fazione – setta: è la condizione diurna o notturna di un astro, la sua appartenenza alla fazione del giorno o della notte; la concordia tra la fazione dei pianeti dominanti e il tempo della nascita (diurna o notturna) è fondamentale per il giudizio. I pianeti che rispettano la propria hairesis (in genitura diurna i diurni, in genitura notturna i notturni) operano nel modo migliore, secondo natura e giustizia; quelli che non rispettano la propria hairesis operano in modo contrario, con ostacoli e difficoltà. Il rispetto dell’hairesis non indica una maggior forza del pianeta ma un miglior modo di operare. Altre condizioni di rispetto dell’hairesis sono per i diurni, essere sopra l’orizzonte, avere luce crescente ed essere in segno maschile, per i notturni essere sotto l’orizzonte, avere luce calante ed essere in segno femminile (spiegazione contenuta nel glossario del sito “cieloeterra.it”).

[21] Il ventre indica la quantità e l’in­cre­mento dell’evento significato. Nel corpo fisico indica la quantità delle masse corporee e, più in generale, l’alterazione sia in senso fisico che in senso morale. L’essere nel ventre significa l’alterare velocemente le cose e, per il dominatore e i significatori dell’animo (Mercurio e Luna), un modo variegato degli stati d’animo e delle decisioni.

[22] La direzione nel mondo è quando un astro si muove nel suo moto diurno, però, muovendosi nel suo moto diurno resta fermo nel suo grado zodiacale, allora la sua virtù rimane impressa in questo grado zodiacale.

La direzione nello zodiaco è quando un astro rimane fisso nella sua posizione nel mondo e tutti i gradi dello zodiaco salgono a lui. Allora, dire che un astro rimane fisso nella sua posizione nel mondo, ad esempio in decima Casa, è dire che la sua virtù nel mondo permane e non si muove, e tutti i gradi dello zodiaco salgono indicando i cambiamenti e il mutare delle cose.

[23] Il confine termine è la prima delle due dignità minori e consiste nella divisione di ciascun segno zodiacale in cinque settori di ampiezza variabile, ognuno dei quali viene assegnato ad uno dei cinque pianeti, esclusi i due luminari. I sistemi di divisione dei segni in confini riportati nell’astrologia classica sono tre: un sistema caldeo, uno egizio (a cui ci si riferisce nell’articolo) ed uno tolemaico.

[24] La Sorte delle Attività ha un significato sulla qualità e sulle caratteristiche delle azioni e delle attività.Si osserva il dominatore della Sorte delle Attività per integrare le informazioni, date dai pianeti dominatori dell’agire, sulle azioni e le attività del soggetto ed i relativi momenti significativi.

[25] La Sorte dell’Audacia, Tolma, reca in sé il significato dell’audacia, della macchinazione, della violenza.

[26] La Sorte della VittoriaNike (sorte di Giove), è anche un risultato, l’ottenimento dei frutti di un impegno ed un’attività che produce un esito positivo per la persona. È anche “il prevalere sui nemici”.

[27] La Sorte di Nemesi,Nemesis, può rappresentare esperienze in cui bisogna confrontarsi con difficoltà impegnative ed affanni; in dati casi, dice qualcosa riguardo la rovina e la morte. È la sorte di Saturno che si calcola da Tyche a Saturno. Tra i suoi significati è la nemesi è la concausa della morte e quindi è il destino in questo senso. Nemesi è il nome dato alla sorte di Saturno nella distinzione che si fa delle sette sorti ermetiche e che hanno un valore di per sé non assimilabile ad altri nomi simili.

[28] Scheat ha natura Marte/Mercurio ed è una delle quattro brillanti del quadrilatero di Pegaso. Per Tolomeo è “la stella nella scapola destra”,  nel punto dove si attacca la zampa.

[29] Hamal (α Arietis)di natura Marte/Saturno, è la stella principale della costellazione dell’Ariete che ha dimensioni relativamente contenute: occupa infatti 441 gradi quadrati di volta celeste, ossia poco più della metà del vicino Toro. Le sue stelle sono tuttavia abbastanza appariscenti, in particolare Hamal (α Arietis) e Sheratan (β), entrambe di magnitudine 2; altre stelle importanti sono Mesarthim (γ1) e Botein (δ). Tranne quest’ultima, le sue stelle più luminose si concentrano nell’angolo nordoccidentale della costellazione. Hamal è la stella principale e spicca per il suo colore arancione vivo.

[30] α Aldebaran (natura Marte), dall’arabo Al-Dabaran che significa “colui che insegue” o secondo altre versioni “gli occhi della bestia”. Nel primo caso si riferisce sicuramente alla posizione della stella a poca distanza dalle Pleiadi che sembra inseguire nelle loro rotazioni. Nella seconda accezione è implicito il riferimento alla raffigurazione stessa della costellazione, e quindi sottolinea la sua posizione in mezzo agli occhi sulla fronte. Tolomeo nel Tetrabiblos la chiama Lampauras, “splendente”.

Antares, il cuore dello Scorpione, per la natura Marte mista a Giove Esichio la chiama “tiranno”. Se alla nascita sorge o culmina dà onori ed elevazione quando è commista a pianeti benevoli, si comporta all’opposto se è commista ai malevoli. Quando in direzione giunge al Mediocielo o precisa figure al Sole è indicativa di “grandi onori” e di “grande elevazione”.

[31] Signore dei Confini o Divisore di un significatore, per un dato periodo di tempo, è il pianeta che domina i confini del grado eclittico in cui giunge la direzione nello zodiaco del significatore stesso. Il divisore assume un dominio sul significatore per tutto il periodo durante il quale la direzione rimane entro i suoi confini, e condivide questo dominio con il suddivisore. Suddivisore di un significatore per un dato periodo di tempo, è il pianeta che ha ricevuto per ultimo la direzione del significatore, nello zodiaco o nel mondo. Il Suddivisore assume un dominio sul significatore e lo mantiene finché quest’ultimo compie una direzione ad un diverso pianeta (spiegazione contenuta nel glossario del sito www.cieloeterra.it).

[32] La Sorte del Fondamento, Basis, si trae dalla Sorte di Fortuna e dalla Sorte del Genio; la sorte che, secondo la tradizione, esprime il fondamento, l’origine, il legame tra corpo e anima. Indica qualcosa riguardo ciò che può costituire il baricentro personale, e che può rappresentare, una volta compreso, il punto fermo, il punto di equilibrio.

[33] La Sorte di Eros, Sorte di Venere, esprime il personale modo di vivere l’amore, i desideri, le brame; insieme a Basis, riguardo il temperamento ed il fisico, esprime la qualità della vitalità e del vigore fisico.

[34] La Sorte delle Nozze, per l’uomo e per la donna, esprime la natura e le caratteristiche della relazione. In tema femminile, indica il marito e le questioni  che riguardano il marito e le relazioni. Più in generale sono anche le unioni e le collaborazioni nella vita e nel lavoro.

[35] Un’importanza capitale, nella previsione degli eventi futuri, è accordata alle rivoluzioni degli anni. La procedura consiste nel determinare una figura del cielo al momento in cui il Sole ritorna al medesimo minuto zodiacale in cui si trovava alla nascita. Essa era associata ad una progressione regolare e costante del moto diurno mediante la quale venivano stabiliti i luoghi annui dei significatori (l’alinthye dall‘arabo ‘intiha’, termine o compimento, la teléiosis degli astrologi bizantini, la perfectio degli astrologi medievali, la profectio degli astrologi tardo-medievali e rinascimentali). Ad entrambe si riferisce Tolemeo: alla perfectio, quando parla dei luoghi annui e mensili; alla rivoluzione annua quando parla degli “ingressi”.

Profezione o perfezione di un punto della sfera locale è il suo spostamento, nel senso del moto diurno, attraverso i circoli orari delle 12 case, in modo tale che in 1 anno percorra lo spazio di una casa, e dopo 12 anni ritorni al punto iniziale. Il segno nel quale cade la perfezione prende il nome di “segno di perfezione” e, nel caso che il punto “proferito” sia l’oroscopo (l’ascendente), è detto segno dell’anno (spiegazione contenuta nel glossario del sito cieloeterra.it). Per il calcolo si veda l’articolo di Giuseppe Bezza “La profezione. Come si calcola, come si interpreta”, pubblicato su Linguaggio Astrale 104, settembre 1996. Si intende dire che può proporsi un giudizio compiuto con le tecniche esposte. Altre osservazioni: esame delle principali sorti caldee, della natura delle stelle fisse, dei cronocratori (signori dei confini o divisori), integrano ed arricchiscono le informazioni complessive, che non costituiscono l’oggetto di questo lavoro e consentono di qualificare meglio periodi della vita favorevoli o “critici” e la natura degli eventi.

[36] Le Iadi e le Pleiadi sono complessi di stelle abbastanza simili tra di loro. E la somiglianza di giudizio tra Iadi e Pleiadi è dovuta al fatto che sono molte stelle tutte insieme, piccole, e sono moltitudini.

La somiglianza sta, ad esempio, nel timore della morte, nei danni in mezzo ai tumulti popolari. In effetti questo è soprattutto il caso quando si nasce al tramonto di queste stelle perché il luogo del tramonto è più pernicioso, in questo caso, che non quando sorge. Però, ancora, quando queste stelle sono con il luminare del tempo o con l’afeta e concordano i malefici, in qualche modo.

La differenza, invece, è nel fatto che le Pleiadi, siccome si proiettano al di sopra di una nube gassosa e la osserviamo come una nebula, e poi sono più luminose delle Iadi, e quindi indicano anche qualcosa di più evidente ed anche di più nobile, quando indicano il bene. Mentre le Iadi sono più indistinte, sono più difficili da vedere ed inoltre sono molto più vicine ad Aldebaran che non le Pleiadi (perché le Pleiadi sono molto più alte di Aldebaran). Gli arabi le chiamano le spose di Aldebaran. Inoltre, le Iadi sono nel catalogo dei vizi dell’animo sensibile, quando concordano con Venere e con la Luna. Sono vizi di lussuria e, nelle disposizioni sessuali, del desiderio. “Iadi” viene da una parola greca che significa “piovere”, perché, riferito alle osservazioni climatiche, è anche un asterismo delle piogge.

[37] Si chiarisce che qui viene presa in considerazione la misura, proposta da Schoch, della quantità dell’arco condotto dallo zenith al nadir e passante per i luoghi dell’astro e del Sole, tale da consentire la prima o ultima visibilità dell’astro ad oriente (levante) o ad occidente (tramonto); per Mercurio tali valori vanno da –13.00 -9.50 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Venere tali valori vanno da -5.80 a -5.20 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Marte tali valori vanno da -14.50 a -13.20 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Giove tali valori vanno da -9.00 a -7.50 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino); per Saturno tali valori vanno da -13.00 a -10.30 (se tramonta o sorge mattutino o vespertino). Per valori inferiori di segno negativo) il pianeta è invisibile o combusto, per valori superiori (di segno negativo) ma vicini a quelli proposti, vi è la condizione di visibilità e di una maggior forza ed operatività.

Arcus visionis: (a.v.) è l’arco di depressione sotto l’orizzonte, o altezza negativa, che il Sole deve avere perché un corpo celeste che sorge o che tramonta prima o dopo il Sole risulti visibile all’occhio umano. Ciascun corpo celeste, sia esso una stella o un pianeta, ha un diverso arcus visionis che dipende dalla sua magnitudine apparente: maggiore è la luminosità del corpo celeste, minore è il suo arcus visionis, ovvero l’astro può essere visibile all’orizzonte anche con un cielo più chiaro. Per un corretto calcolo dell’arcus visionis occorre considerare la differenza in azimut tra il luogo in cui sorge (o tramonta) l’astro e quello in cui sorge (o tramonta) il Sole.

[38] Sirio è “il cuore”, la brillante, della costellazione del Cane. È una stella di natura Giove/Marte e se è unita ai luminari alla nascita indica capacità di leader; quando in direzione giunge ai luminari o ai cardini principali della figura contrassegna i momenti in cui si rivestono incarichi rilevanti o un momento del destino in cui è possibile concretizzare “imprese importanti” con il verificarsi di eventi fuori dall’ordinario. Rientra negli elenchi delle stelle e degli asterismi ritenuti nocivi per la salute e per la vita.

[39] Fomalhaut (natura Venere/Mercurio) è nella costellazione del cielo australe piscis austrinus o australis (il pesce australe), al sud dell’Acquario e del Capricorno, molto antica e che si trova in Tolomeo. La sua stella più luminosa (α) si chiama con il nome arabo di Fomalhaut (Fam al-ḥūt: la bocca del Pesce).

[40] Procione (natura Mercurio/Marte) “segue il cane” poiché alle latitudini settentrionali sorge prima del Cane, la stella Sirio. La costellazione rappresenta il più piccolo dei due cani del cacciatore Orione. 

[41] Algol (natura Giove/Saturno) rientra negli elenchi delle stelle e degli asterismi ritenuti nocivi per la salute. Con i luminari e testimonianza di Marte: amputazione delle membra (Argoli); con la Luna dà morte violenta (Cardano). Al-ghul, orco: in generale, rappresenta ogni demone malevolo capace di assumere svariate forme. Nella tradizione Algol, detta Caput Medusae, è la stella più brillante tra le stelle che costituiscono la testa della Medusa, denominate gorgoneio, della costellazione di Perseo. Il mito greco definisce Medusa e le sue sorelle quali mostri orribili ed oscuri che impersonificano “le nubi della tempesta che si forma sul mare”. Secondo gli Arabi Beta Perseo è lo “spirito maligno, lo spettro, il fantasma pauroso, l’orco”. È la stella dell’animosità, del potere e dell’audacia anche secondo gli astrologi del Rinascimento.

[42] La nebula nel pungiglione dello Scorpione (M7), di natura Luna/Marte, rientra negli elenchi delle stelle e degli asterismi ritenuti nocivi per la salute. Se in direzione culmina, pur con sofferenze e difficoltà da superare, può rappresentare la conquista di obiettivi e mete importanti.

[43] Betelgeuse (natura Marte/Giove) nella costellazione di Orione, è chiamata l’ascella del gigante: se è con Marte e Marte è anereta da la morte per colpo da fuoco; se si trova con Saturno esprime stabilità, prudenza accortezza, fama (Argoli).

[44] M42 è un’immensa nebulosa gassosa visibile ad occhio nudo quando il cielo è molto scuro e limpido. Si trova nella costellazione di Orione, sotto le stelle della cintura, nella spada.

[45] Spica (natura Venere/Mercurio) è presente nell’elenco delle stelle che recano soccorso. Rende inclini al sapere e alla gentilezza (Cardano). Quando è con Giove inclina alla vita religiosa. Spica è la brillante della Vergine ed è chiamata “colui che nulla porta”, poiché significa l’uomo che non porta armi. Per Tolomeo è “la stella nella mano sinistra, chiamata Spica”. È presente nell’elenco delle stelle che recano soccorso; se sorge o culmina inclina alla vita religiosa.

[46] Marte è nel proprio Domicilio; Saturno è nella propria Esaltazione; Giove è nella propria Triplicità notturna, secondo il consueto schema:

Signori della triplicità/trigonocratori: nel giorno/nella notte:

Triplicità di fuoco Ariete, Leone, Sagittario Sole Giove

Triplicità di terra Toro, Vergine, Capricorno Venere Luna

Triplicità di aria Gemelli, Bilancia, Acquario Saturno Mercurio

Triplicità di acqua Cancro, Scorpione, Pesci Venere Marte

Doroteo di Sidone e gli arabi assumevano tre signori del Trigono o trigonocratori: primo trigonocratore, secondo trigonocratore e partecipante; e suddividevano i tempi della vita, del matrimonio e di tutte le questioni, in tre parti. Nell’esperienza fatta finora, con l’intento di cogliere dati essenziali e certi, è pienamente efficace l’osservazione di due soli trigonocratori.

[47] Quando la perfezione giunge al segno del Cancro o del Leone, si prende come signore dello spazio di perfezione, rispettivamente, il divisore (o confine) della Luna o del Sole di questo periodo. Nel 1541 la Luna è giunta a 19°00’ Toro, nei confini di Giove secondo gli egizi, pertanto, signore della seconda parte della perfezione dell’Anno è Giove (Cancro)Il Sole è giunto a 4°00’ Gemellinei confini di Mercurio secondo gli egizi, pertanto, Mercurio (Leone) è il signore della seconda parte della perfezione della Luna e domina l’intero spazio della perfezione del Sole.

[48] Regolo ha natura Marte/Giove. Il nome Regulus appare solo nella prima metà del XVI secolo e traduce il greco Basiliskos, il piccolo re (termine di origini sumeriche e babilonesi). Secondo i Caldei è la stella che ha il comando sui cieli. Se è unita al significatore dell’animo o al signore del grado levante significa un’indole generosa, nobile, solenne, se sorge o culmina col Sole, Giove, la Luna è segno di una dignità futura. Se è unita alla Luna  e Giove è potente, anche il figlio del contadino avrà una dignità. Secondo cardano il suo influsso agisce maggiormente sull’animo che sulla fortuna.

[49] Orientale: (emisfero orientale) è, dei due emisferi nei quali viene divisa la sfera locale dal meridiano, quello che comprende il punto Est; (pianeta orientale rispetto alla genitura) è il pianeta situato nell’emisfero orientale; (pianeta orientale rispetto al Sole). Orientalità relativa: è così chiamata la condizione del pianeta che, al sorgere del Sole, si trova fuori dai raggi solari entro lo spazio del 1° quadrante (tra oroscopo e mediocielo), ovvero non oltre la distanza di 6 ore temporali dal Sole in senso orario.

[50] le stelle dell’Urna dell’Acquario  (ψ1-2-3 Aquarii: lo scroscio d’acqua) se sono unite con i significatori dell’animo – Luna e Mercurio – o con il dominatore dell’animo o con il Sole, connotano personalità dalla grande sensibilità e con un particolare ingegno.

[51] Peregrino: è il pianeta privo di dignità e in condizione di debolezza. In questo specifico caso, Saturno mantiene una sua forza per la ricezione con Giove.

[52] Caduta: è il pianeta in condizione di debolezza per il suo trovarsi nel Segno opposto alla sua Esaltazione. In questo specifico caso, Giove mantiene una sua forza per la ricezione con Saturno.

[53] Luoghi afetici – gradi morti. Per quanto concerne i luoghi afetici Tolemeo considera come inizio del primo luogo i “cinque gradi” che precedono l’Ascendente, e così per tutte le altre Case. Questi 5 gradi non sono gradi eclittici, ma sono gradi di AOCH o DOCH, pari a 5 trentesimi di Casa, ovvero 1/6 della doppia ora temporale, che corrispondono a una DH di 0,333 ore temporali dalla cuspide. Con questo si vuole dire che quando il Sole sorge entra nella 12° casa, ma finché non si è separato di oltre 1/6 della doppia ora temporale non si è ancora completamente separato dall’Ascendente, e così per le altre Case. Questo spazio di 5 gradi non si deve applicare solo ai luoghi afetici, ma sempre, in tutti i giudizi. È un concetto simile a quello della vis luminis dei pianeti, ma mentre la vis luminis varia da pianeta a pianeta, nel moto diurno questi 5 gradi sono una quantità fissa, che vale per tutte le Case e per tutti i corpi celesti. Sono i gradi che Al-Bîrûnî chiama i “gradi morti”. Il discorso è simile a quello fatto da Gauquelin, che tuttavia ha trovato degli spazi molto più ampi. Però se si considera che la maggior parte delle natività vanno sempre anticipate, allora i valori di Gauquelin si avvicinano a quelli tolemaici (considerazioni di Giuseppe Bezza)”.

[54] Tolomeo, delle sorti, a differenza degli arabi, prende in considerazione solo la Parte di Fortuna (Tychê) e la pone tra i cinque luoghi vitali da osservare in ogni tema di nascita. Il modo del calcolo di questa sorte, a cui Tolomeo attribuisce le qualità corporee, la salute e la vita, non muta per le nascite diurne e notturne.

[55] Nonostante Tolemeo non parla di alcocoden c’è una forma personale di alcocoden che è mostrata quando parla dei significatori della vita nel giorno e nella notte: il pianeta che ha maggiori diritti sui tre significatori dell’hairesis diurna o notturna è una sorta di alcocoden tolemaico e l’osservazione di questo signore è comunque utile per avere una congettura di una quantità di vita sommaria.

[56] Nelle nascite notturne primo afeta è la Luna se si trova in luogo afetico; in mancanza lo è il Sole se è in luogo afetico; se Luna e Sole non sono in luoghi afetici si osserva se uno dei 5 astri erranti domina sui tre luoghi che significano la vita nel partito notturno (nell’hairesis notturna): il grado della Luna, il grado della Parte di Fortuna (la Tychê tolemaica), il grado del plenilunio precedente; se questo pianeta esiste ed è in luogo afetico viene assunto come afeta; in mancanza se è in luogo afetico si sceglie la Parte di Fortuna (che è come l’oroscopo lunare); in mancanza si sceglie il grado Ascendente. Il pianeta che tra i 5 pianeti può essere assunto come afeta deve essere in luogo afetico, dominare sui significatori dell’hairesis, essere visibile e non sotto i raggi del Sole.

[57] Nell’accezione primaria per afeta si intende il “luogo da cui si parte”, il “luogo” che è liberato per andare da qualche parte (dal greco “aphiemi” partire da). Nel concetto di afeta è insito un movimento; la vita stessa è un movimento e la fine della vita è rappresentata da qualcosa che mette fine a questo movimento. Tecnicamente, rispetto all’afeta vi è un pianeta o un luogo “anereta” che per la sua natura contraria contraddice, spezza, toglie la vita.

[58] Lalcocoden viene chiamato “padrone di casa” o “signore del domicilio” perché questa sua funzione di padrone la esercita sulla Casa dell’afeta (il significatore vitale). È un concetto comune e fondamentale dell’astrologia islamica: lo troviamo in Tunisia e in alcuni poeti islamici.In realtà, si parte da due significatori principali. Il primo è l’hyleg dei nostri astrologi latini medievali, termine con cui gli arabi si riferiscono all’afeta, al significatore vitale, con cui vogliono esprimere il concetto di “lasciar partire” ed esprime l’idea di un percorso vitale, della vita biologica come di una “carriera afetica”. Il secondo significatore è l’alcocoden, il signore dell’afeta, dove i due membri di questo binomio – afeta ed alcocoden – hanno un rapporto che è di coppia. In questa coppia l’Hyleg è come la “mater familias”, colei che da effettivamente la vita; l’Alcocoden è come il “pater familias”, colui che “informa” la vita secondo la sua natura (da la vita “formaliter”) e in questo speciale rapporto è contenuta la loro specifica funzione.

In Tolemeo manca tutta l’argomentazione, svolta soprattutto dagli Arabi ma introdotta dagli astrologi greci, dell’alcocoden. Lalcocoden è il signore dell’afeta, ma non semplicemente il signore del suo Domicilio, ma potrebbe anche essere il signore della Triplicità, dell’Esaltazione, del Confine, e tra questi candidati si sceglie quello che ha maggiori diritti e che è in aspetto all’afeta; l’osservazione dell’afeta è requisito indispensabile: se nessun astro forma figure con l’afeta la genitura è priva di alcocoden. Senz’altro, l’alcocoden può anche essere un luminare.

[59] Nella dottrina della durata della vita anereta è il pianeta ‘uccisore’ che, unendosi (precisando un aspetto) per direzione all’afeta, determina la fine della vita. Di norma l’anereta è o Marte o Saturno, ma talvolta anche il Sole può assumere virtù aneretica. La direzione aneretica può avvenire per corpo, per raggio, per declinazione, nello zodiaco o nel mondo.

[60] La casa di Michelangelo a Macel de’ Corvi – (…) Nelle sue lettere e nei suoi sonetti, Michelangelo descrive a forti tinte le vie del quartiere che lo ospitava e anche quella casa, piuttosto modesta, con due camere da letto e la bottega al pianterreno. Il quartiere era quasi una discarica a cielo aperto, maleodorante e colmo di ogni rifiuto proveniente dalla macellazione degli animali. Anche il nome, del resto, era piuttosto eloquente. Eppure, il grande artista non volle mai lasciare quella specie di colorato tugurio.

In questa casa ideò, progettò tutti i lavori che lo resero immortale, ma le fortune accumulate non gli fecero mai cambiare stile di vita. Non fu solo questione di avarizia, come da più parti è stato sostenuto, quanto di misantropia. A Macel de’ Corvi Michelangelo visse da solo, circondato da uno stuolo di serve (che giudicava puttane e porche) e soprattutto del garzone fidato Urbino (Francesco di Bernardino) che lo accompagnò per ventisei anni, difendendolo dalla curiosità degli avventori e dai fastidi di una vasta parentela vera o presunta che cercavano continuamente di spillargli denaro.

A Macel de’ Corvi andò in scena anche l’ultimo, misterioso atto, della vita di Michelangelo: quello della sua morte, quand’era ormai ottantottenne (una età per l’epoca piuttosto eccezionale) preceduta da quella specie di malessere o di demone che descrisse all’allievo Tiberio Calcagni quando questi lo sorprese a vagare sotto la pioggia: non ho requie in nessun luogo“, disse il Maestro con un filo di voce, disperato. Riportato a casa, qualche tempo dopo morì dopo tre giorni di febbre alta, lasciando una casa vuota piena di vecchie cose e di arnesi consunti(…) Le solenni esequie furono celebrate parecchi giorni dopo a Firenze, con l’inumazione della Chiesa di Santa Croce. La Casa di Macel de’ Corvi,rimasta vuota, fu rapidamente spogliata dei beni e degli effetti personali del Maestro (primi fra tutti i sacchetti con le innumerevoli monete d’oro che teneva sempre con sé) fino poi ad essere cancellata e rasa al suolo per la realizzazione (…) del Vittoriano. (http://fabriziofalconi.blogspot.com/2016/06/la-casa-scomparsa-di-michelangelo-roma.html)

[61] Quando la perfezione giunge al segno del Cancro o del Leone, si prende come signore dello spazio di perfezione, rispettivamente, il divisore (o confine) della Luna o del Sole di questo periodo. Nel 1563 la Luna è giunta a 13°00’ Gemelli, nei confini di Venere secondo gli egizi, pertanto, signore della seconda parte delle perfezioni della Luna e del Sole è Venere (Cancro).

[62] Phatnê, la Greppia o mangiatoia: è uno dei celebri ammassi stellari del cielo (NGC 2632), ben visibile ad occhio nudo nelle notti buie come una macchia lattiginosa. Appartiene al gruppo delle cinque nebulose descritte nell’Almagesto dove compare come “il centro della massa nebulosa nel petto, chiamata Praesepe”. L’agglomerazione luminosa chiamata Greppia (Praesepe) ha una natura di Marte e della Luna, le stelle poste ai due lati di essa, chiamate Asini, hanno la natura di Marte e del Sole. Gli Asini e Praesepe rientrano negli elenchi delle stelle e degli asterismi ritenuti nocivi per la salute.